Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, rilancia le battaglie portate avanti rispetto alla manovra e non solo dal partito guidato dal presidente Silvio Berlusconi.
Come finirà questa «battaglia» degli emendamenti?
«La sintesi verrà trovata come sempre, non abbiamo mai perso un minuto, neppure per la formazione del governo. Ne approfitto anche per smentire la favola sul numero degli emendamenti: ogni manovra finanziaria è interessata da molti tentativi di modifica. Ricordo maggioranze di centrosinistra presentarne molti più di noi. E anche in questo caso gli emendamenti non si contano ma si pesano. Fdi, per dire, ne porta avanti di più di Fi. Noi ne abbiamo alcuni importanti, tra cui l'azzeramento sul costo del lavoro dei giovani assunti a tempo indeterminato e la battaglia per le pensioni: sono istanze liberali».
La Lega, con le dichiarazioni del sottosegretario Claudio Durigon, ha dichiarato che ora come ora non c'è spazio per aumentare le pensioni minime.
«Guardi, sono scelte politiche. Noi chiediamo un aumento delle pensioni minime a 600 euro - perché il nostro obiettivo resta arrivare a 1000 entro la legislatura. Si può fare magari immaginando un intervento limitato agli anziani che si trovano in condizioni più delicate. Questa è una priorità politica superiore o analoga alla rivisitazione della Fornero per consentire alle persone di andare in pensione a 62 anni? Rifletterei bene prima di dire che la nostra proposta non ha coperture».
C'è un po' di polemica sul cosiddetto piano salva-calcio: le pare il caso d'intervenire ora?
«Esiste un problema che riguarda non soltanto il calcio patinato e le squadre di serie A, ma anche tante piccole realtà, magari anche di volontariato, che operano all'interno di un settore strategico in Italia come quello sportivo, oltre che calcistico. Nessuno immagina di dare loro soldi, ovviamente. Ma bisogna fare in modo che abbiano le stesse possibilità di rateizzare i debiti pregressi dovuti al Covid come le altre società».
Anche sul superbonus Forza Italia non molla.
«Non si cambiano le carte in tavola mentre si sta giocando: è un tema anzitutto di metodo. Siamo convinti che in quadro di attenzione ai conti pubblici, sia doveroso mettere mano a una revisione completa del 110% ma non vogliamo che ciò accada a discapito di cittadini e imprenditori che avrebbero avuto la sola colpa, per così dire, di essersi fidati dello Stato. Non chiediamo chissà quale proroga ma solo quella del 31 dicembre, e lavoriamo per chi ha in sospeso delibere di condominio o la Cilas. Altro tema essenziale: lo sblocco dei crediti».
Sul Pnrr: Draghi ha fatto la teoria, a voi ora tocca la pratica. Sta iniziando a emergere la difficoltà della fase che spetta al centrodestra.
«Noi lo diciamo da ben prima della campagna elettorale: un conto è sistemare le carte, un altro riaprire i cantieri. La nostra posizione è coerente: i ritardi sono colpa del non aver il coraggio di affrontare la revisione del codice appalti in senso molto più snello, e dobbiamo farlo, togliendo di mezzo molti passaggi. La seconda istanza da tenere in considerazione: se c'è un punto di miglioramento, rispetto al metodo, è quello di coinvolgere il privato, qualora lavorasse meglio del pubblico. Serve un approccio liberale alle opere, e sarebbe salutare».
Anche sulle grandi opere: Forza Italia non ha intenzione di cedere centimetri.
«Le ultime grandi opere risalgono non a caso all'ultimo governo presieduto dal presidente Silvio Berlusconi. Penso che tutti gli italiani, qualche giorno fa, abbiamo potuto constatare quanto sia stato essenziale costruire il Mose a Venezia. Noi restiamo il partito dei sì, e ora dev' essere anche l'ora del ponte sullo stretto di Messina, che è in qualche modo l'unica grande opera su cui possiamo dire di avere un rimpianto rispetto all'ultimo governo. Ora son tutti d'accordo anche sulla Tav ma all'epoca non era affatto così. Pure in questo caso: per velocizzare, non possiamo che sburocratizzare».
Come giudica l'atteggiamento dell'opposizione durante la stesura della manovra e, più in generale, rispetto all'operato del governo?
«Mi spiace che si utilizzi il clima di difficoltà che in questo momento storico affrontano gli italiani per aizzare le piazze: è inaccettabile. E penso a quello che sta facendo Giuseppe Conte con il Movimento 5 Stelle.
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