“Casa famiglia per le borseggiatrici incinte”. Salvini indica la strada

Sempre più malviventi sfruttano lo stato di gravidanza per sottrarsi all'esecuzione penale, netto il sottosegretario leghista alla Giustizia: "Tutto questo è inaccettabile"

“Casa famiglia per le borseggiatrici incinte”. Salvini indica la strada

L’emergenza sicurezza a Milano è ormai una costante e negli ultimi mesi è cresciuto esponenzialmente il problema borseggiatrici. Tra la metropolitana e la stazione Centrale, sempre più donne entrano in azione per scippare portafogli e preziosi a malcapitati turisti o residenti. Dalle bande rom ai gruppi sudamericani, passando per nordafricani e bulgari: sono quasi sempre le donne incinte – incompatibili con la prigione – a rubare, mentre gli uomini organizzano i colpi.

In Italia – Paese definito “il paradiso per gli zingari” dai malviventi – il codice penale prevede il “differimento pena” obbligatorio quando la condannata è in stato interessante o deve occuparsi di un bambino molto piccolo, cioè fino all’anno di età. In caso di arresto in flagranza, tutto dipende dal rischio di recidiva. Ma il governo ha intenzione di cambiare rotta."La gravidanza merita massima tutela ma non può essere una scusa per delinquere e sottrarsi all'azione penale", il parere del ministro Matteo Salvini: "Servono buonsenso e realismo: la condannata dovrebbe scontare la pena anche in una casa famiglia protetta, meno pesante del carcere tradizionale ma necessaria per interrompere una catena di reati".

“No all’alibi della gravidanza per le borseggiatrici”

“La vita nascente va sempre tutelata, ma non può rappresentare un alibi. La cronaca recente dimostra che numerose borseggiatrici sfruttano il loro stato di gravidanza per sottrarsi all'esecuzione penale. Tutto questo è inaccettabile”, la posizione del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari. L’esponente della Lega ha messo sul tavolo una modifica dell’articolo 146 del codice penale, che consenta al magistrato“qualora debba essere eseguita una sentenza nei confronti di una donna incinta, di intervenire per interrompere un'eventuale catena di reati, assegnando la condannata ad una casa famiglia protetta ovvero ad un istituto di custodia attenuata per detenute madri”.

Un intervento concreto per provare a mettere la parola fine al fenomeno delle borseggiatrici incinte. Anziché mettere alla gogna chi denuncia furti e malefatte come fa qualcuno nel Partito Democratico, il governo ha intenzione di rovinare le feste alle bande criminali stranieri che imperversano nelle grandi città, Milano in testa. Negli ultimi mesi del 2022, la squadra mobile è arrivata a effettuare un arresto al giorno. Nel 2021, invece, sono stati annotati oltre 21 mila furti con destrezza.

Una di queste borseggiatrici è stata recentemente intervistata dal Corriere e non ha utilizzato troppi giri di parole per schernire la legislazione italiana: “Il rischio di finire in carcere con un bimbo appena nato? Non corro nessun rischio.

Non mi portano più nemmeno in caserma. Prima ci finivo anche più volte al giorno: sempre rilasciata perché incinta o in quanto madre di neonati”. La donna, attiva a Milano, ha ammesso che l'unica paura è legata alla folta concorrenza.

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