"No alla neofascista Venezi". Il folle boicottaggio in Francia

Associazioni e comitati di sinistra chiedono di annullare l'invito al direttore d'orchestra italiano. La lezione del direttore dell’Opera di Nizza: "Dobbiamo separare l’arte dalla politica, la musica deve unire"

"No alla neofascista Venezi". Il folle boicottaggio in Francia
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La Francia è sconquassata da rivolte e proteste per la morte del diciassettenne Nahel, ucciso da un colpo d’arma da fuoco sparato da un poliziotto a Nanterre, ma c’è chi è talmente ossessionato dall’Italia che dedica il suo tempo a lanciare campagne boicottaggio. Diverse associazioni transalpine si sono schierate contro “la neofascista” Beatrice Venezi, invitata alla direzione del concerto di Capodanno dell’Orchestra filarmonica di Nizza. Il motivo? La vicinanza al premier Giorgia Meloni.

Dodici associazioni e comitati antifascisti e per la democrazia della città di Nizza hanno pubblicato un comunicato rivolto al comune e al teatro dell’Opera per chiedere l’annullamento del concerto previsto per il prossimo capodanno. Nominata consigliere per la musica dal governo di centrodestra, la Venezi meriterebbe il boicottaggio per le sue posizioni politiche e intellettuali”: “Molto presente sui media italiani, ha partecipato alla convention del partito di estrema destra Fratelli d’Italia nel maggio 2022 e tiene a dare la massima visibilità possibile all’ideologia che difende, sfruttando per questo la sua fama di direttore d’orchestra”.

I presunti alfieri della democrazia di nuovo in prima linea, dunque. L’arma preferita è sempre la censura, il diktat è chiaro: se non la pensi come la sinistra, sei fascista. E anche l’amato direttore d’orchestra di Lucca è finito nel tritacarne rosso:“In un contesto di banalizzazione dell’estrema destra e del fascismo, l’invito rivolto alla signora Venezi a Nizza costituisce un gesto politico che contestiamo e denunciamo con forza”. Nella filippica piuttosto pomposa – un classico dei compagni – viene inoltre sottolineata l’assurda medianicità di un direttore donna che appoggia un esecutivo “che pretende di limitare i diritti delle donne ed esalta valori come ‘Dio, famiglia, patria’, ereditati dall’ideologia di Mussolini”. I dodici firmatari - Association pour la Démocratie à Nice, Les Amis de la Démocratie, CDDF06, CGT MNCA, Comité antifasciste 06, EELV 06, Ensemble!-06, Nice au Cœur, Planning Familial 06, Roya citoyenne, Tous citoyens, e Le rassemblement citoyen Viva! – hanno dunque invitato il comune di Nizza a “non firmare un assegno in bianco al neofascismo italiano”, annullando l’invito.

Fortunatamente il direttore generale dell’Opera di Nizza, Bertrand Rossi, non sembra intenzionato a cedere alle pressioni: “La musica ha il potere di trascendere le divisioni e riunire le persone attorno a un'esperienza comune, è essenziale separare l'arte dalla politica. Come istituzione culturale, il nostro ruolo è promuovere la libera espressione artistica e creare un ambiente in cui tutti possano sentirsi a proprio agio e rispettati, indipendentemente dalle loro appartenenze politiche”, le sue parole ai microfoni di Afp. Rossi ha ricordato inoltre che il “talentuoso direttore d’orchestra italiano di fama internazionale” era già stato ospite a Nizza per un concerto nel 2022. In quell’occasione però nessuna protesta strumentale.

Ricordiamo che la Venezi era già stata contestata in Francia lo scorso aprile, per la precisione a Limoges: prima di dirigere La Donnambula di Vincenzo Bellini, un gruppetto di estremisti di sinistra aveva intonato Bella ciao e Bandiera Rossa.

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