"Noi siamo il buon governo. La sinistra sa dire solo no"

La governatrice dell'Umbria corre per la riconferma. Evento finale con i governatori del centrodestra

"Noi siamo il buon governo. La sinistra sa dire solo no"
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Confida che è un motivo di genuino orgoglio trovarsi circondata dalla stima e dalla simpatia di tanti «colleghi». Il finale della campagna elettorale di Donatella Tesei, che punta a bissare il successo di cinque anni fa quando - evento davvero storico: il governo dell'Umbria è passato al centrodestra -, è a Terni dove sono arrivata per applaudirla e incoraggiarla i colleghi governatori del centrodestra. Tutti. Compreso il neoeletto Marco Bucci, ora a guida della Liguria.

Presidente Tesei perché questa manifestazione?

«Chi regge l'amministrazione delle regioni non fa un lavoro isolato. In questi anni sono state tante le collaborazioni con i miei colleghi».

Li ha convocati per ringraziarli?

«Ci siamo ritrovati qui a a Terni per dimostrare il buon governo del centrodestra. La presenza dei governatori sul palco è stata la migliore dimostrazione della validità della nostra proposta».

Se dovesse riassumerlo come lo definirebbe questo «buon governo del centrodestra»?

«Si caratterizza per il fare. Noi siamo quelli che crediamo nello sviluppo dei territori. Sui quali abbiamo investito. Noi siamo quelli che hanno messo al centro della politica le imprese e il lavoro. Attraverso procedure molto concrete. E può vederne esempi molto chiari non solo qui in Umbria ma in tutte le regioni che amministriamo».

Chi fa campagna elettorale però non penso che promuova una politica dell'immobilità.

«Se mette a confronto il nostro programma con quanto vuole la sinistra troverà che non è così. Prenda a esempio il tema delle infrastrutture. Dall'altra parte è tutto un No. Così non si sviluppa niente. Noi invece vogliamo andare avanti. Le imprese e l'economia può crescere soltanto se crescono al contempo le infrastrutture. Il No a tutto è un lusso che non possiamo permetterci».

Ed entrando un po' nel dettaglio qualche esempio?

«Solo per citarne alcuni posso fare l'esempio della Ferrovia centrale umbra che stiamo riportando ad avere un ruolo centrale. L'alta velocità con la linea Medioetruria che tocca la nostra regione. E poi ancora il potenziamento dello scalo aereo di Perugia, per il quale coltiviamo l'ambizione di portarlo ad avere un milione di passeggeri entro pochi anni».

Quando si parla di governo regionale un tema obbligato è quello della sanità.

«Stiamo portando avanti il progetto della sanità territoriale sia attraverso la realizzazione delle case di comunità mettendole in sinergia con gli hub ospedalieri, questo permetterà erogazioni di servizi più vicini al territorio. Abbiamo riaperto i concorsi veri e seri. L'unica richiesta è la competenza. E abbiamo già coperto l'80% dei posti da primario. Proseguiremo poi il lavoro messo in campo per l'abbattimento delle liste d'attesa».

Un problema comune praticamente

a tutte le regioni.

«A volte, però, questi tempi lunghi sono determinati da prescrizioni non sempre appropriate. Ecco perché le sinergie col territorio (sviluppando anche la telemedicina e le farmacia dei servizi) che possono aiutare a calibrare meglio le prescrizioni».

Il centrosinistra ha fatto della sanità un punto centrale delle critiche del «governo Tesei» ma cosa dice il loro programma al riguardo?

«Non glielo so dire perché non ho letto nessuna proposta concreta. Perché dire semplicemente che ci vuole una sanità pubblica universale è dire nulla. La sanità pubblica umbra ha una delle percentuali più alte d'Italia: l'88%. Non dire che il privato accreditato e convenzionato fa parte del servizio sanitario nazionale significa essere in malafede o dire cose che non si conoscono».

L'ultima sentenza della Consulta riporta di stretta attualità il tema dell'autonomia differenziata.

«L'autonomia differenziata sicuramente metterà al centro le capacità

di governo. Se hai delle risorse e sei bravo le puoi gestire al meglio. Certo è che vanno garantiti ovunque i lep. E comunque va ricordato che la giunta Marini, già nel 2018, aveva chiesto l'autonomia su alcune materie».

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