"Non con i cortei": Violante striglia la toga pro migranti

L'ex presidente della Camera accusa la giudice pro-migranti Iolanda Apostolico: "Un magistrato non può partecipare a manifestazioni conflittuali e pensare di essere ritenuto imparziale"

"Non con i cortei": Violante striglia la toga pro migranti
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La sinistra, come spesso accade, guarda il dito e si dimentica della luna. Il dito, per comodità, diventa il video postato dal vicepremier Salvini. Iolanda Apostolico, la giudice di Catania pro-migranti, è impassibile davanti a una manifestazione di protesta piuttosto accesa contro le politiche anti-immigrazioniste dell’allora titolare del Viminale, Matteo Salvini. La luna, invece, è la cosiddetta imparzialità dei giudici. Il vero nodo della questione è sempre lo stesso: il giudice, oltre ad essere effettivamente imparziale, deve anche apparire imparziale. Una differenza non da poco giustamente sottolineata anche dall’ex magistrato Luciano Violante.

La miopia della sinistra, più o meno volontaria, viene prontamente smascherata dall’ex presidente della Camera. “Iolanda Apostolico – spiega Violante al Quotidiano Nazionale – è in palese contraddizione in termini di etica professionale”. L’accusa dell’ex magistrato ha una doppia valenza. Smontare le ricostruzioni fantasiose della sinistra da una parte e, dall’altra, ordinare a livello giuridico il dossier Apostolico."Un magistrato non può partecipare a manifestazioni conflittuali e pensare di essere ritenuto imparziale. La contraddizione, in termini di etica professionale, è palese".

Niente di più, niente di meno. Il focus giuridico della questione, diversamente da quanto raccontato dai giornali “progresssisti”, gioca a favore del governo di centrodestra."Il punto – aggiunge Violannte - è quello che riguarda il comportamento dei magistrati e la loro partecipazione a manifestazioni di parte". "La legittimazione del magistrato - spiega - non sta più nell'essere 'la bocca della leggè, ma nell'essere un soggetto che interpreta la legge in modo credibile. Dunque, io magistrato posso fare le migliori sentenze in assoluto, ma se mi schiero con chi è parte di un conflitto non sono più credibile e ledo la mia funzione costituzionale".

Davanti a queste affermazioni chiare e puntuali le accuse della sinistra nostrana diventano cartastraccia. Lo schieramento sinistro-radicale, solo nella giornata di ieri, ha gridato al complotto e al dossieraggio. Il principale indiziato? Ovviamente il vicepremier Salvini, “reo” di aver pubblicato sui social il video della manifestazione di protesta del lontano 25 agosto 2018. Il leader dei Verdi e deputato di Avs, Angelo Bonelli, e il collega di partito Filiberto Zaratti hanno depositato infatti un esposto in riferimento al suddetto filmato, affinchè si verifichi "se vi sia stata violazione dell'art.326 del codice penale".

I principali giornali di sinistra, compreso Il Fatto Quotidiano, hanno lanciato l’accusa di dossieraggio. “Chi ha passato a Salvini il video contro la giudice?”, recitava il titolo di prima pagina di ieri del giornale diretto da Marco Travaglio.

Lo stesso refrain utilizzato, sempre in prima pagina, nell’edizione odierna del Fatto.“Chi ha filmato la giudice – si chiede Travaglio – Lì c’era solo la polizia”. La sinistra parlamentare e mediatica continua a non centrare il nodo della questione. O meglio, fa finta di non vederlo.

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