Concia: "Non la penso come lei su tutto. Ma va votata"

L'ex deputata Anna Paola Concia (Pd) striglia i suoi: "Non spetta a noi decidere, le istituzioni si rispettano"

Roma - A volte succede di trovare un aiuto e un amico dove meno te lo aspetti. Le discussioni tra Daniela Santanchè e Anna Paola Concia sono state tra le più accese della sedicesima legislatura. Eppure proprio l'ex parlamentare del Pd ha criticato apertamente il suo partito per l'ostruzionismo riservato alla Santanchè, in predicato per la vicepresidenza della Camera al posto di Maurizio Lupi.

Signora Concia perché il Pd dovrebbe accettare l'onorevole Santanchè come vicepresidente della Camera?
«Perché non spetta a noi decidere. Il Pdl ha diritto a esprimere un vicepresidente e quindi la Santanchè può benissimo prendere il posto di Lupi».

I suoi compagni di partito, però, non la pensano nello stesso modo.
«Questo mi stupisce. E di questo mi rammarico non poco. Perché qui non viene a mancare soltanto il rispetto per gli avversari politici ma anche per le istituzioni stesse».

Crede che questo ostruzionismo possa rappresentare un campanello d'allarme per l'istituzione parlamentare di cui ha fatto parte fino a pochi mesi fa?
«Spero proprio di no. Resta il fatto che questa bocciatura della Santanchè è irragionevole. Guardi che io non difendo semplicemente la Santanchè, bensì mi batto affinché il Pdl possa esprimere liberamente il suo vicepresidente di riferimento, proprio con la stessa libertà che è stata data a noi quando abbiamo indicato Roberto Giachetti e Marina Sereni».

Viste le premesse, questa sua difesa della Santanchè non sarà presa benissimo dai suoi compagni di partito.
«Mi conoscono bene. Sanno che sulle questioni di principio non arretro nemmeno di un millimetro. Oltretutto mi indigna sentir dire che la Santanchè è “divisiva”. Io non la penso come lei su molte cose. Anzi praticamente non siamo d'accordo su niente. Ma se il suo partito l'ha indicata come vicepresidente deve essere nominata. E poi i principi vanno difesi sempre perché sono più importanti delle convenienze».

Avrebbe difeso nello stesso modo chiunque, quindi. Anche un altro esponente del Pdl.
«Non ne faccio una questione di nomi. Avrei difeso chiunque. Resta il fatto che la Santanchè è un grande avversario. Sa, vengo dal mondo dello sport. E per me è importante misurarmi sempre sul campo con gli avversari. Non mi piacciono le strategie che tentano di limitare le possibilità dei miei antagonisti. Io voglio vincere. Sempre. Però voglio vincere sapendo che il mio avversario non ha dovuto subire limitazioni. Da domani, quando la Santanchè sarà vicepresidente della Camera, tornerò a scontrarmi con lei come prima se non più di prima».

Quindi secondo lei votando scheda bianca il Pd vuole limitare l'azione politica della Santanchè.
«Questo non lo so. Ma non vorrei correre il rischio che questo accadesse.

Proprio perché non condivido niente di lei vorrei che fosse messa nelle condizioni migliori per portare avanti la sua lotta politica. D'altronde negli anni che ho passato alla Camera ho imparato che il ruolo istituzionale rende imparziali ed equilibrate anche le persone più insospettabili».

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