La soglia psicologica di centomila sbarcati in un anno è stata superata nelle scorse ore. A comunicarlo è stato lo stesso Viminale, secondo cui dal primo gennaio a oggi nelle coste italiane sono arrivati 100.354 migranti. Si è andati ben oltre il dato dello scorso anno, quando al 21 dicembre la cifra in questione si è fermata a 64.055. Numero peraltro già considerato preoccupante, in quanto ben al di sopra dei 33.867 sbarcati nel 2020.
Numeri mai così in alto dal 2017
Nell'analisi del fenomeno migratorio c'è un prima e un dopo il biennio 2016/2017. In quei due anni in Italia si è andati ben oltre quota centomila persone sbarcate. Nel 2016, in particolare, è stata raggiunta quota 181.436 migranti irregolarmente entrati in Italia, nel 2017 invece si è scesi a 119.310.
Ma solo perché, nel frattempo, a livello politico dal Viminale, guidato all'epoca da Marco Minniti, si è deciso di intervenire. Prima con il cosiddetto codice di comportamento per le Ong, in seconda battuta con la firma del memorandum con la Libia. Azioni che in qualche modo hanno iniziato, nella seconda parte di quell'anno, a far calare il numero degli sbarchi.
Da allora in poi si è sperato di non raggiungere più quota centomila. Una soglia psicologica volta a ricordare quanto avvenuto nel biennio più difficile nella gestione dell'immigrazione. Quegli oltre 250.000 migranti sbarcati in 24 mesi tra il 2016 e il 2017 hanno infatti messo in grave crisi il sistema di accoglienza.
Il “mai più” di allora si è concretizzato per i successivi quattro anni. Tra il 2018 e il 2019 i numeri si sono mantenuti ben al di sotto anche delle 50.000 unità. Proprio nel 2019 è stato raggiunto il minimo storico, almeno prendendo in considerazione l'ultimo decennio, con appena 11.471 migranti approdati.
Poi dal 2020 in poi una nuova inesorabile risalita. Ma con i dati sempre comunque distanti dalla soglia dei centomila. Basti pensare che il 2021 ad esempio si è chiuso sì con un dato preoccupante, ma comunque al di sotto dei 70.000 sbarcati.
Da quali Paesi si registrano i maggiori incrementi negli arrivi
Il 2022 ha quindi segnato un ritorno a una situazione molto simile al biennio 2016/2017. Sono diversi i fattori politici, interni e internazionali, che hanno influito e che sono al vaglio dell'attuale esecutivo.
Ma rimanendo con lo sguardo unicamente sui numeri, si capisce come le situazioni più preoccupanti per Roma arrivino soprattutto da due Paesi: Egitto e Afghanistan. In quest'ultimo caso certamente a incidere è stato il ritorno dei talebani al potere nell'agosto 2021. Vero che da allora è passato più di un anno, ma è altrettanto vero che gli effetti di simili crisi politiche in ambito migratorio solitamente si manifestano a distanza di mesi.
Migliaia di migranti si sono messi in moto fuggendo dagli studenti coranici e, dopo aver attraversato Iran e Turchia, in molti sono riusciti a raggiungere il nostro Paese tramite la rotta turca dell'immigrazione. Quella cioè relativa alla tratta percorsa da centinaia di navi dalla penisola anatolica fino alla Sicilia orientale o alla Calabria.
E così, se nel 2021 gli afghani arrivati in Italia sono stati un migliaio, secondo il Viminale quest'anno si è nell'ordine delle settemila unità. Per quanto riguarda l'Egitto invece, si è passati dagli 8.352 migranti arrivati nel 2021 agli oltre ventimila segnalati nel 2022. Un aumento importante, che potrebbe portare il governo a mettere sul piatto del dialogo con Il Cairo anche la questione migratoria.
Gli egiziani quest'anno hanno superato anche i tunisini (fermi a 17.
830 unità) tra le nazionalità più presenti tra i migranti sbarcati in Italia. Da segnalare anche un raddoppio del numero di persone arrivare dal Bangladesh, passate dalle 7.824 del 2021 alle 14.381 del 2022.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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