Ora il Pd vuole più poltrone. E a Letta chiede il rimpasto

Ieri il faccia a faccia tra Cuperlo e Letta. Il presidente piddì: "Nuove personalità o rischia il Monti bis". A Palazzo Chigi tira aria di "rimpastino"?

I candidati alle primarie del pd Gianni Cuperlo e Matteo Renzi
I candidati alle primarie del pd Gianni Cuperlo e Matteo Renzi

Era nell'aria ancor prima che Matteo Renzi mettesse le mani sulla poltrona da segretario. Il Pd non ci sta a dividere le poltrone di governo con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. È una questione di numeri. I democrat non intendono essere messi sullo stesso piano di un partito neonato che, senza essere mai passato attraverso il fuoco delle urne, i sondaggisti danno tuttalpiù al 5%. È toccato a Gianni Cuperlo, fresco di investitura a presidente dell'assemblea piddì, affrontare il premier Enrico Letta e chiedergli più poltrone nel governo. "Mi sono permesso un suggerimento - ha raccontato - perché a gennaio non allarghi la maggioranza a pezzi della società, ad alcune personalità simboliche disposte a dare il loro contributo alla ricostruzione del paese?". Tradotto in parole povere: a gennaio bisogna fare un rimpasto di governo.

Si sono incontrati ieri, Cuperlo e Letta. Il premier preoccupato a difendere lo status quo, il neo presidente del Pd ad avviare il nuovo corso di un partito che fatica a ingranare la gestione renziana. Cosa si siano detti nessuno lo sa con certezza. Non sono stati diramati comunicati stampa da Palazzo Chgi. Solo Cuperlo ha fatto un dettagliato resoconto ai microfoni di Repubblica. "Esiste troppa distanza tra il governo e il Paese reale", avrebbe detto Cuperlo al capo del governo che, nelle ultime ore, ha agguantato per un soffio la legge di Stabilità. Nuove tasse, pasticci degli dei peggiori tecnici, interessi dei lobbisti difesi fino allo strenuo. Le ultime cronache parlamentari stanno mettendo in ginocchio un esecutivo in affanno. "Guai a precipitare in un Monti bis - avrebbe detto Cuperlo a Letta - a gennaio sarebbe saggio prendere l’iniziativa di allargare questa maggioranza a pezzi della società, a una o due personalità simboliche disponibili a mettersi a disposizione per un progetto di ricostruzione sociale ed etica". Sul rimpasto, però, Cuperlo spiega a Repubblica che spetterà a Letta prendere una decisione. "L’importante è accentuare il legame di fiducia con i cittadini - ha comunque sottolineato - non si governa senza la fiducia".

Sebbene la parola "rimpasto" rimanga ai margini del dibattito, nel Pd cresce la spinta di cambiamento. Come fanno sapere fonti vicine a via del Nazareno, riportate da Libero, a traballare maggiormente sarebbe la compagine economica. Sembra, infatti, che Renzi sgomiti per far fuori il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, finito nel mirino dopo i pasticci fatti sull'abolizione dell'Imu e sulle slot machines. In forse anche il ministro del Lavoro Enrico Giovannini e il collega allo Sviluppo Flavio Zanonato. A chiedere un rinnovo della squadra non è solo Cuperlo. Anche il capogruppo piddì alla Camera, Roberto Speranza, è d'accordo: "È un’impostazione che mi sento di sostenere".

"Cuperlo ha colto un problema serio che vediamo in questi giorni per la qualità dei provvedimenti che stiamo votando - ha commentato Ermete Realazzi, renziano della prima ora - l'azione di governo ha bisogno di essere molto rafforzata per parlare al Paese e dare risposte reali". Un'esigenza che il sindaco di Firenze ha posto a Letta all'indomani della vittoria alle primarie.

Adesso la palla passa al premier, ben conscio del fatto che il Pd può staccare la spina quando ha voglia.

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