Urge una consulenza con la personal shopper: alla Schlein le vesti di leader Pd iniziano a far difetto. Forse la diretta interessata non ha ancora preso le misure con le beghe di partito, forse non si è ancora calata del tutto nei nuovi panni dirigenziali; sta di fatto che la giovane deputata si trova di nuovo al centro di critiche, di ironie e di turbolenze politiche. Suo malgrado, nelle ultime ore Elly si è di nuovo infilata nell'ennesimo vicolo cieco: prima ha fatto discutere per la sua intervista a Vogue (quella in cui ha parlato della propria consulente d'immagine), poi si è fatta notare per i silenzi sull'addio al Pd del senatore Enrico Borghi.
Il partito dem "è diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana", aveva lamentato l'esponente politico prima di sbattere la porta in faccia alla Schlein. Ma quest'ultima, per il momento, non ha proferito parola. Silenzio assenso, potrebbe ironizzare qualcuno. In realtà, alcune fonti di stampa riferiscono di una Schlein "stupita e non preoccupata" per la defezione del senatore. Pare infatti che il suo strappo sia arrivato al Nazareno come un fulmine a ciel sereno. Tra gli stessi dem, infatti, Borghi era infatti considerato "il cantore dell'era Letta" ed era conosciuto per aver espresso posizioni molto critiche contro Matteo Renzi e Italia Viva. Nessuno si aspettava dunque un suo passaggio proprio al partito renziano. E il timore è che ora altri possano seguirlo.
Nelle scorse ore, ad esempio, si erano diffuse indiscrezioni sulla possibile fuoriuscita di Caterina Chinnici dalla delegazione dem a Bruxelles. Per il momento quelle voci non hanno trovato conferma. Il silenzio della Schlein sulle turbolenze Pd sta pertanto facendo discutere, soprattutto se paragonato alla loquacità della stessa Elly con Vogue ("tipica rivista del mondo operaio", ha postillato velenosamente qualcuno). "È giunto il tempo del reddito di eleganza", ha iironizzato sui social l'economista Riccardo Puglisi, riferendosi al passaggio dell'intervista in cui la leader dem parla della propria consulente d'immagine. E pure Carlo Calenda non si è trattenuto dal glossare: "Come è noto io sono molto 'élite' ma vi giuro che ignoravo l’esistenza dell’armocromista come figura professionale. Colpa mia". Più caustico Mario Adinolfi. "Dopo la storia delle ferie perché aveva lavorato un mese, addio a Elly Schlein", ha commentato il giornalista, alludendo alla pausa che la deputata luganese si era concessa dopo la faticosa composizione della segreteria Pd.
E chiaramente i primi a sfottere Schlein sono stati quelli di Italia Viva. "Tutti a chiederci: chi sarà il prossimo del Pd a entrare in Italia Viva? Non possiamo rispondere. Magari stiamo trattando riservatamente con l'armocromista e la personal shopper di Elly Schlein, chissà", ha scritto su Twitter il deputato renziano Francesco Bonifazi. Senza contare poi le ironie arrivate dal centrodestra.
"Cara Elly Schlein, ma davvero paghi una personal shopper 300 euro l'ora per vestirti? Ovviamente i gusti vanno sempre rigorosamente rispettati: ma se cambiassi idea e servisse una mano (gratis) io sono qua! Tua Alessia. Hasta lo shopping siempre!", ha chiosato su Twitter la deputata di Fratelli d'Italia Alessia Ambrosi.
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