Alto, serio, l'arcivescovo di Budapest Peter Erdö è un personaggio importante tra i vescovi europei: da 12 anni presiede il Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee); questo è il suo terzo mandato. Erdö ha 60 anni e la nomina gli è stata conferita quando ne aveva 48 ed era ancora «semplice» vescovo ausiliare. Nel 2002 divenne arcivescovo di Esztergom-Budapest e a 52 anni fu creato cardinale: nel conclave del 2005 era il porporato più giovane e oggi ci sono soltanto cinque cardinali con un'età più verde della sua.
Quella di Ungheria è una Chiesa di frontiera, che ebbe un peso di rilievo nel dopoguerra; una Chiesa perseguitata dal comunismo ma che mantenne un ruolo di cerniera con le Chiese orientali. E in effetti Erdö ha ottimi rapporti con gli ortodossi e gli ebrei: se il conclave dovesse privilegiare l'apertura ecumenica, l'arcivescovo di Budapest sarebbe il candidato numero 1.
Alla guida della Ccee, Erdö ha promosso meeting biennali con la Chiesa africana. La sua formazione è da canonista e teologo; collaborò con la rivista «Communio», il circolo teologico fondato da Ratzinger, von Balthasar e de Lubac che ebbe come allievi anche Scola, Schönborn e Ouellet, oggi cardinali papabili, sia pure in diversa misura.
Ha studiato a Berkeley, ha doti di guida e capacità di attrarre consenso, come dimostrano i tre mandati alla Ccee. Alla grande preparazione non corrispondono una personalità dinamica e un buon rapporto con i media. In conclave è un outsider che potrebbe emergere per superare un'eventuale situazione di stallo.
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