Giuseppe Conte continua la sua battaglia contro l’invio di armi all’Ucraina ma non solo. Il leader del Movimento 5 Stelle si candida a diventare il principale avversario del governo guidato da Giorgia Meloni. Invettive, filippiche (spesso arricchite da fake news) e stroncature: l’autoproclamato leader del popolo non si risparmia. Emblematico l'intervento alla Camera a seguito delle comunicazioni del primo ministro: “Se gentilmente il presidente vorrà riservare la stessa attenzione che per tre anni ho riservato ai suoi interventi, anche se qualche volta con contumelie... Grazie, senza labiale”, in riferimento alla recente polemica con il premier.
Conte sul dossier Ucraina
“Il Movimento 5 Stelle ha espresso da subito totale vicinanza alla popolazione ucraina ingiustamente aggredita, ma mettiamo in discussione la strategia che l'Occidente sta perseguendo e chiediamo di poterla discutere in questa aula”, ha esordito Giuseppi sul dossier ucraino. Il M5s conferma la sua linea del no all’invio di armi a Kiev, invocando un’azione diplomatica che possa mettere in moto la macchina europea “che dall’inizio della guerra non si è mai attivata”.
Per Conte l’Italia dovrebbe essere capofila di questa azione, senza lasciare il ruolo alla Turchia di Erdogan: “La pace va costruita ma non scherzando con i quiz in questa sede. È un percorso faticoso, ne siamo consapevoli, ma necessario per rispondere a questioni di sicurezza e di tutela delle minoranze russofone. Non è con slogan e quiz che si costruisce un serio percorso di pace”. L’ex primo ministro ha precisato di non voler mettere in discussione né la Nato né l’Alleanza Atlantica, bensì la postura di Roma in tali consessi: “In passato aveva parlato di un'Italia libera, forte e sovrana ma quello che vediamo oggi è incoerente, a noi sembra ci sia una totale acquiescenza nei confronti di Washington e un'accettazione supina della strada dell'invio di armi”.
“La pacchia è finita per lei”
Nel corso del suo lungo intervento, Conte ha parlato di momento della verità per quanto riguarda il Mes. Dopo aver ricordato gli addebiti nei suoi confronti, il leader grillino ha puntato il dito: “Vi siete rifugiati sin qui dietro il pronunciamento della Corte costituzionale tedesca, un sovranismo da operetta”. Conte ha sottolineato che il governo dovrà scegliere tra ratifica della riforma e la posizione storica sul tema:“Se sceglierete per la ratifica, presidente Meloni, non credo che deluderà gli italiani che ormai si stanno abituando alle vostre contraddizioni e piroette”.
Toni muscolari per Conte, che non ha lesinato critiche alla linea Meloni.“Più Italia in Europa è il nuovo vuoto slogan del Presidente del Consiglio Meloni: si ricorda quando diceva 'è finita la pacchia in Ue'? La pacchia è finita per lei e per le sue bugie". Il giurista ha blaterato di piroette e contraddizioni, dimenticando le sue capriole all’ordine del giorno. Non poteva mancare una battuta sul dossier evasione, citando un po’ a caso il Qatargate: “Presidente Meloni, lei giovedì si presenta in una Bruxelles ancora scioccata dallo scandalo sul Qatar e dalle mazzette di soldi nascoste dentro bustoni di plastica.
Cosa porta in dote? Un'Italia che propone misure per rendere più facile la vita per i corrotti della Pa, che agevola gli evasori e che vuole far candidare i condannati?”. Secondo Conte, ancora, il governo starebbe lavorando “in maniera scientifica” per arricchire i ricchi. La solita colata di fango, nulla di nuovo all’orizzonte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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