Con l'economia che stenta a riprendere slancio sarebbe impensabile - oltre che controproducente - introdurre nuove tasse. Il ministro Corrado Passera lo sa bene ed esclude "ulteriori interventi", ribadendo che il peso fiscale "è già elevato". A quelli che insistono sulla patrimoniale Passera risponde che "la fiscalità introdotta attraverso il salva-Italia ha l’obiettivo di mettere una tassa", l’Imu, "chiara, sui patrimoni immobiliari e crescente", pertanto "una forma di patrimoniale coerente con la situazione attuale del paese l’abbiamo fatta. Non credo personalmente che un’altra grossa tassa oggi sia una cosa da fare".
L'obiettivo: ridurre le tasse
Passera sa che non è il momento per metterlo nell'agenda del governo, ma ribadisce che uno degli obiettivi priotitari del governo (o dei governi futuri) è quello di ridurre "le tasse a quelli che le pagano". Come fare per realizzarlo? Le variabili sono due: "Dobbiamo creare le condizioni e cioè che tutti paghino le tasse e fare in modo che la crescita economica crei più gettito".
Intervenuto a Radio anch’io il responsabile dello Sviluppo economico descrive l'attuale situazione che sta attraversando il nostro Paese con un'efficace metafora: "Questo è il momento del vento contro, del timone da tenere con grande fermezza. Sappiamo anche che questi mesi sono i più difficili - ha detto Passera - perchè c’è tutto l’effetto di dieci anni di non crescita, l’effetto delle misure che abbiamo preso per i conti e che adesso mordono nella carne viva, c’è l’effetto di un’Europa che tarda a dare risposte unitarie".
La Germania pensa solo ai conti
Occorre "maggiore impegno per la crescita", sottolinea il ministro. Ma c'è un problema di non poco conto: "Non abbiamo tutti con noi, gli incontri debbono servire per consolidare il fronte di coloro che si rendono conto che è necessario creare più lavoro in Europa".
Ovviamente il pensiero va subito al Paese governato dalla Merkel, e Passera lo conferma: "La Germania è portabandiera dei Paesi che danno importanza esclusiva alla disciplina dei conti. Il disagio occupazionale e l’insufficienza della crescita devono essere fronteggiate. L’Europa deve fare di più".
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