Elly Schlein da una parte, italiani dall’altra. Potrebbe essere questo il riassunto più adatto per descrivere la filosofia politica della giovane segretaria dem. Le proposte del nuovo Pd targato Schlein viaggiano su due binari morti. Da una parte ci sono le battaglie ideologiche contro le iniziative del governo Meloni: ostruzionismo contro la riforma della giustizia, contrarietà pregiudiziale all’autonomia differenziatae modifiche al Pnrr. Dall’altra parte troviamo le tre vere proposte del Partito democratico: lavoro, giustizia sociale e conversione ecologica. Tradotto: reddito di cittadinanza, redistribuzione delle ricchezze e, dulcis in fundo, il pesantissimo Green Deal europeo.
Il Pd contro il governo
La ricetta lacrime e sangue della nuova segretaria dem ha preso forma nell’arco degli ultimi 3 mesi. I primi 100 giorni di Elly Schlein nelle vesti di segretario, dopo mille omissioni, ci offrono un quadro abbastanza chiaro della nuova piattaforma politica del Partito democratico. Una sinistra, come ribadito dalla stessa segretaria durante il suo discorso d’insediamento,“ecologista, femminista, inclusiva”, ossessionata dalla “peggiore destra” e dal “governo più a destra della storia repubblicana”.
L’ultimo intervento di Schlein, durante la direzione dem, ha ricalcato perfettamente questa terribile “ossessione” verso le destre “pericolose”. In primis il no secco all’autonomia differenziata. Il tutto condito con la solita passerella nelle piazze, ormai cavallo di battaglia del “nuovo corso” dem: “Svolgeremo – ha spiegato Schlein in direzione – una grande iniziativa il 14 e 15 luglio coinvolgendo i nostri amministratori sull’autonomia differenziata di Calderoli”. Senza contare l’attacco fuori misura sul Pnrr e le sue possibili modifiche: “Il governo – ha sentenziato la segretaria – vede il Pnrr come un peso”.
La ricetta politica di Schlein
Non va meglio quando si arriva alle vere iniziative firmate Elly Schlein.L’estate “militante” del Pd prevede un ricco menù: lavoro, giustizia sociale e clima. Belle le parole, un po' meno la realizzazione. Per capire la visione economica della leader dem è necessario riavvolgere il nastro. Tornare indietro, più precisamente nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento dello scorso maggio. Prima una nuova patrimoniale, poi l’eterna passione per la redistribuzione:“Serve riorganizzare le patrimoniali e puntare a un sistema ad aliquota continua. Dobbiamo aumentare la progressività”. “Perché – si chiedeva Schlein – le rendite fiscali e immobiliari sono così basse?”.
Il tutto, magari, per finanziare reddito di cittadinanza e conversione ecologica. Sul primo, il responsabile Iniziative politiche Marco Furfaro, assicura:“Per noi è fondamentale – spiega Furfaro a Repubblica – l’Italia non può essere l’unico paese Ue senza un reddito minimo”. Sulla transizione green la posizione della Schlein è stranamente chiara. Annalisa Corrado, responsabile dem del settore, non ha dubbi: “Green è bello, green è pop”. E la stretta di mano tra il nuovo Pd e gli eco-sfrenati di Ultima Generazione potrebbe arrivare a breve.“Li conosco da tempo – assicura Corrado – Sulle proposte hanno ragione da vendere”.
Le ambiguità del nuovo Pd
Ma la vera spada di Damocle per Elly Schlein e il suo “cerchio magico” sono le mille ambiguità politiche. Dalla guerra in Ucraina al nodo termovalorizzatore, passando per il malcontento dell’ala riformista e moderata. Questi i principali fronti aperti per il nuovo organigramma dem. Sul conflitto russo-ucraino la posizione del Pd rimane la stessa ma i distinguo aumentano. Prima la nomina a vicecapogruppo alla Camera di Paolo Ciani, fiero pacifista. Poi la partecipazione di Elly Schlein, sabato scorso, alla manifestazione del Movimento 5stelle, unico partito contrario all’invio delle armi.
Sul nodo termovalorizzatore pesa il silenzio strategico di Elly Schlein e la sua posizione ecologista, lontana dalle istanze più moderate di un’ala del Pd. A far tremare la segretaria sono soprattutto le fronde interne.
I riformisti del Pd, stanchi delle politiche massimaliste portate avanti dal partito, stanno abbandonando la nave dem. I pochi rimasti pensano a riorganizzarsi sotto il nome del governatore emiliano, Stefano Bonaccini. Il peso delle correnti rimane e il colpo di mano è sempre dietro l’angolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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