Che fai mi cacci? Matteo Renzi, l'uomo che sta sfidando Bersani alle primarie, oggi è stato colpito da un esposto degli altri «fantastici», preoccupati che domenica possa vincere il ballottaggio. La sinistra aveva bisogno di un nuovo nemico, il feticcio da riempire di spilli come se fosse un bambolotto voodoo, uno insomma da demonizzare, solo che questa volta hanno pensato bene di cercarselo in casa. Matteo Renzi, l'uomo che vuole rottamare la vecchia nomenklatura (...)
(...) del Pd, non è considerato un avversario come un altro. È qualcosa di più e di peggio. Sta diventando l'eretico, quello che se mai dovesse vincere manderebbe in malora ogni sogno di gente che per vent'anni ha atteso la fine del berlusconismo. Non conta il passato di Renzi. Non conta neppure quello che fa. Adesso lui semplicemente incarna tutti gli incubi di D'Alema, Rosy Bindi, Veltroni, di Repubblica e dei professionisti della «società civile», dei nuovi e vecchi giacobini. Renzi è l'outsider che a un metro dal traguardo rischia di strappare la vittoria a un gruppo di potere che dalla fine della prima Repubblica considera il governo «cosa nostra». Bisogna capirli. Questi qui per uno strano processo mentale sono convinti che solo a loro spetti il compito di guidare il Paese. Gli spetta con le buone o con le cattive, con la democrazia o con la giustizia, per grazia di Dio e volontà della nazione. Qualsiasi altra opzione nasconde qualcosa di marcio. Tanto che se per disgrazia i cittadini non votano in base alle loro aspettative non è che si mettono in discussione, ma accusano il popolo di essere idiota, manipolato o manipolato perché idiota. Negli anni un po' si sono fatti furbi, per esempio per le primarie si sono costruiti un meccanismo di voto su misura, con l'unico obiettivo di boicottare il candidato scomodo, la pecora nera, il rottamatore, troppo giovane, troppo ambizioso, troppo diverso.
Matteo Renzi come una variabile impazzita, un virus inatteso da debellare, espulso di fatto dalla famiglia legittima della sinistra italiana. Il meccanismo e gli strumenti sono sempre gli stessi: un coro di apparato, giornalisti e intellettuali contro l'intruso. Questa volta l'accusa è quasi banale. Come viene raccontato Renzi? È un Berlusconi mascherato. Dopo vent'anni di antiberlusconismo militante questi si inventano l'antiberlusconismo per interposta persona. L'antiberlusconismo di sponda e per procura. Che pena. La rottura tra Renzi e la nomenklatura di Pd e dintorni è ormai insanabile. Il rifiuto dell'uomo nuovo sta creando un partito dentro il partito, un movimento che potrebbe addirittura ritrovarsi a seguire un destino distante e diverso. Se i vecchi vincono le primarie, il futuro di Renzi balla intorno a una domanda: Bersani che fai, lo cacci?
segue a pagina 3
Borghi Aquilini, Cesaretti e Caverzan
alle pagine 2-3
di Salvatore Tramontano
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