Il Pd nasconde Renzi in una lista centrista

Trucco contro il veto M5s. E Costa (Azione) torna in Fi

Il Pd nasconde Renzi in una lista centrista
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C’è poco da fare: senza «una solida componente moderata e centrista», vincere in Liguria contro un avversario forte come il sindaco di Genova Marco Bucci è assai difficile.
Il primo ad ammetterlo è il candidato del centrosinistra Andrea Orlando, che cerca di uscire dal labirinto dei veti incrociati per costruire la propria coalizione. Anche grazie ad escamotage: Cinque Stelle e estrema sinistra dicono «mai con Matteo Renzi e Italia viva»? E allora si fa sparire la sigla di Italia viva, riproponendo il modello «Stati Uniti d’Europa» (Iv con Più Europa di Emma Bonino e i socialisti) che ha mancato di pochissimo il quorum alle Europee. Carlo Calenda, cui era stato proposto di partecipare anche lui alla formazione di una lista centrista, non ci sta: sarà nella coalizione di Orlando, ma col simbolo di Azione. Il che però causa scosse telluriche nel suo partito: «Non posso tacere quanto disapproverei la scelta di Azione di entrare nel Campo largo, e di appoggiare un candidato come Orlando, che è il portabandiera della piazza forcaiola di Genova», dice Enrico Costa, responsabile giustizia del partito calendiano.
Costa aspetterà fino al 27 settembre, giorno in cui verranno presentate le liste e le alleanze, e il passaggio al centrosinistra sarà formalizzato, per dare l’addio ad Azione e tornare in Forza Italia: «Se andassi con loro sarei come il diavolo con l’acqua santa, e non potrei più aprir bocca e parlare di giustizia - spiega a Repubblica - le mie posizioni da garantista sono all’opposto del loro giustizialismo». Un addio assai pesante e foriero di altre fuoriuscite per Calenda, che però in Liguria aveva poca scelta: i suoi dirigenti locali vengono dal Pd, e non avrebbero mai accettato di disertare il campo largo.
Quanto a Renzi, l’ex premier ha dato via libera all’operazione «camuffamento» di Iv: «Ora vediamo che si inventeranno Conte e la sinistra per tenerci fuori: certo è curioso che mentre io mi occupo di fare opposizione dura al governo, quelli si occupino solo di farla a me». In Regione le trattative con Orlando e compagni sono affidate alla senatrice ligure Lella Paita. E anche per Iv la scelta non è a costo zero: un assessore e un consigliere genovesi, in maggioranza con Bucci, hanno lasciato il partito per restare col sindaco.

Orlando (e Elly Schlein) dovranno ora far inghiottire a Giuseppe Conte l’amaro calice dell’alleanza - sia pur diluita in una sorta di lista civica - con l’arcinemico che gli fece saltare da sotto le terga l’adorata poltrona di Palazzo Chigi, aprendo la strada al governo Draghi.

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