"Io non sono stato rinviato a giudizio, nei miei confronti al momento c'è una richiesta della procura che dovrà essere valutata da un giudice". Così Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano, giustifica la sua convinzione di non dover delle dimissioni a nessuno.
Implicato in un'inchiesta su un presunto giro di tangenti nelle aree ex Falck e Marelli, l'ex braccio destro di Bersani a Milano risponde così a Giuliano Pisapia, sindaco della città, che, in un'intervista concessa alla Repubblica, parlava di un caso che "imbarazza tutto il centrosinistra".
Sono le pagine dello stesso quotidiano ad ospitare la risposta di Filippo Penati che sottolinea come soltanto "se dovessi essere mandato a processo, mi dimitterò, e mi difenderò da privato cittadino, rinunciando alla prescrizione".
Per Penati l'imbarazzo di cui parla Pisapia non esiste. Anche perché, ci tiene a ricordarlo, "ho lasciato tutti gli incarichi nel partito, sono stato cancellato dall'anagrafe del Pd".
E se non bastasse questo, ricorda che "in 28 mesi di indagini non è saltato fuori un solo conto corrente estero intestato a me o ai miei familiari, non ho usato soldi pubblici nè per comprare Suv nè per pagare vacanze nei resort".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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