Alessandra Moretti si è lanciata in una nuova crociata. La bersaniana dalla bellezza acqua e sapone ha puntato i tacchi e ha detto: "Basta". A meno di una settimana dal giuramento del governo è bastato qualche apprezzamento di troppo alle ministre di Matteo Renzi per far uscire dai gangheri le femministe piddine. "È una settimana che si è insediato il nuovo governo - scrive in una nota la Moretti - eppure l’attenzione di alcuni media sembra concentrarsi unicamente sui dettagli fisici delle neoministre. Dal web a ad alcune trasmissioni tv è tutto un fare allusioni a sfondo sessuale su donne che ricoprono ruoli istituzionali: tutto questo è inaccettabile". La stessa levata di scudi non c'era mica stata quando a Mara Carfagna, ex ministro di inbubbia bellezza, agli apprezzamenti fisici erano stati preferiti insulti sboccati e malelingue a sfondo sessuale.
Fa parte del dna di una certa sinistra. Se la ministra è di destra, può essere insultata senza ritegno. Nel 2008, in occasione del "No Cav Day" organizzato in piazza Navona a Roma, Sabina Guzzanti aveva intonato una canzone: "Osteria delle ministre, le ministre son maestre e se a letto son portento figuriamoci in parlamento, dammela a me Carfagna, pari opportunità". Per quei versetti cafoni e per altri insulti la comica è stata condannata dal tribunale di Roma per aggressione verbale. Aggressione che non è mai stata stigmatizzata dall'intellighenzia rossa né dalle truppe di femministe democrat sempre pronte a scendere in piazza per tutelare il gentil sesso. Per le neo ministre nominate da Renzi non si è mai arrivati agli insulti. Qualche apprezzamento, bisogna ammetterlo, è stato fatto. Il giuramento al Quirinale è pratica alquanto noiosa: scevra di contenuti politici, racconta di un vetusto cerimnoniale che affonda le radici negli albori della Repubblica. Una squadra governo per metà in rosa può essere, al giorno d'oggi, motivo di colore per raccontare una giornata di per sé soporifera.
Ma cosa è stato detto di male? "Non è tollerabile - spiega la Moretti che firma la nota insiema a Michela Marzano - che l’interesse per le caratteristiche fisiche di una donna continui ad essere prevalente rispetto a quello per le sue competenze. È inutile dire che abbiamo il primo governo paritario per genere e poi concentrarsi nella narrazione sull’avvenenza o meno delle ministre". Le due deputate piddì non mettono nero su bianco il perché di una nota così piccata. Possiamo solo immaginarlo. Perché gli occhi degli italiani, mentre il governo giurava davanti a Giorgio Napolitano, erano puntati sul neo ministro alle Riforme Maria Elena Boschi in blu elettrico. L'ex ragazza di Montevarchi, che Berlusconi definì troppo bella per essere comunista, oggi ha 33 anni e al Quirinale si è presentata con tacchi vertiginosi. È vero, alcuni quotidiani si sono interrogati sulle sue forme. E altri hanno malignato sul decolleté. Ma niente insulti. per le altre ministre, poi, si sono usati maggiori accortezze. Di Marianna Madia, per esempio, è stata sottolineata la leggiadria materna del suo ottavo mese di gravidanza, mentre di Federica Guidi, Beatrice Lorenzin e Federica Mogherini è stata calcata l'eleganza - attitudine di cui non si può che andar fieri. Se la può forse prendere Maria Carmela Lanzetta bocciata per il completo scelto.
"È arrivato il momento di una presa di responsabilità collettiva - ci bacchettano le due deputate piddì - da parte degli operatori dei media come di chi commenta e posta foto in Rete messaggi come quelli che abbiamo visto in questi giorni sono avvilenti non solo per chi li riceve, ma per una intera generazione di donne che sta prendendo spazio in un territorio storicamente maschile come è la politica". Insultare un ministro, questo sì che è avvilente. Sottolinearne l'eleganza e decantarne la bellezza certamente non lo è. Che la Boschi sia una donna affascinante non è certo un mistero. Tutto hanno gli occhi per provarlo.
Non è un mistero che nemmeno la Moretti possa essere considerata una bella donna. Nei prossimi mesi, quando della bellezza e dell'eleganza agli italiani non importerà più un granché, saranno la competenza e la bravura a parlare. E allora non ci saranno note di partito a salvarle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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