"Periferie? "Calde" anche in Italia. No al buonismo della sinistra".

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, avverte che è necessario intervenire anche contro il degrado di alcune periferie italiane

"Periferie? "Calde" anche in Italia. No al buonismo della sinistra".

“È il fallimento di una politica di integrazione che ha dimostrato tutti i suoi limiti". Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, commenta così i disordini che hanno colpito tutta la Francia dopo la morte del 17enne Nahel ad opera di un agente di polizia.

Cosa pensa di quel che è successo in Francia?

"Non possiamo che essere dalla parte del popolo e delle istituzioni francesi, però, stupisce che non più tardi di un mese un mese e mezzo fa il ministro dell'Interno francese quasi irrideva la nostra modalità di affrontare il tema dell'immigrazione. Sembrava quasi un docente di politiche dell'immigrazione che, salendo in cattedra, spiegava a degli sprovveduti come girava il mondo. Oggi, invece, vediamo che la Francia è preda di minoranze che provocano gravi incidenti come quello dell'auto lanciata contro l'abitazione di un sindaco. È la dimostrazione del fatto che, molto spesso, è più facile parlare degli altri che guardare al proprio interno”.

Ecco in Italia, invece, qual è la situazione delle periferie?

“Le grandi periferie delle città italiane non sono messe bene. Vi sono aree importanti di quelle periferie che sono nelle mani, di quella che potremmo definire a tutti gli effetti una criminalità organizzata che si è saldata con la criminalità locale e con gli immigrati. Ovviamente, in questi quartieri non tutti gli immigrati sono protagonisti di queste vicende, però, queste minoranze violente hanno il monopolio dello spaccio di tutte le droghe, controllano attività commerciali e rendono impossibile la vita dei cittadini. Si tratta di periferie ad alto potenziale di rischio ed è per questo che la Camere, nelle scorse settimane, ha insediato una commissione d'inchiesta sul degrado delle periferie perché occorre dare una risposta a questa situazione. Non si può far finta di non vedere né si può praticare quella politica assurda, folle e demagogica di una sinistra pelosamente buonista che fa il gioco di queste minoranze che rendono i loro stessi connazionali timorosi di uscire di casa”.

Sembra che in Italia vi sia un grande sviluppo delle mafie straniere…

“Quella nigeriana, una delle più violente, ha avuto di recente una punizione esemplare da parte dell'ordinamento giudiziario. Abbiamo anche quella cinese che c’è ma non si vede e ha in mano interi quartieri delle nostre città”.

L’Italia, però, ha comunque bisogno di immigrati…

“Certo, ma occorre comprendere che si deve dare origine a un’immigrazione controllata, utile anche al nostro settore agricolo e turistico. Nel 2050 l’Africa avrà 3 miliardi di abitanti e, perciò, o si interviene in quelle zone portando ciò che serve a superare l'attuale situazione di povertà e le malattie oppure diventerà una bomba destinata a deflagrare. Purtroppo, però, abbiamo a che fare con una sinistra irresponsabile che pensa che si possa portare tutta l’Africa in Europa. Questa è una follia propagandistica”.

L'ex premier Manuel Valls ha detto che l'Islam ha preso troppo spazio in Francia. Le moschee più o meno abusivo possono essere il luogo dove si sviluppa il radicalismo islamico e la criminalità?

“Il problema delle moschee non autorizzate è non solo un problema di ordine pubblico, ma soprattutto anche di sicurezza anche per coloro i quali le frequentano. Non facciamo gli interessi dello Stato italiano se lasciamo che queste persone vadano a pregare in garage o in magazzini che non hanno le minime condizioni di sicurezza. Non facciamo neppure un buon servizio per i fedeli perché li abituiamo già in partenza a disattendere le leggi dello Stato”.

Il fattore religioso, quindi, è irrilevante?

“Il tema religioso in questo caso, secondo me, ha un peso minimale rispetto a quello che può avere il peso sociale. È chiaro che, se si vive in una condizione di povertà, si vive in una condizione sociale di tensione ben diversa da quella in cui potrebbero vivere persone che non hanno il problema di doversi trovare l'approvvigionamento del cibo tutti i giorni. Penso che il radicalismo si superi offrendo condizioni per le quali uno non si senta abbandonato. La legge contro quello che in Francia è stato definito il cosiddetto separatismo islamico, oggettivamente, non mi pare che abbia dato a Macron quei risultati che aveva inizialmente evocato”.

Come giudica gli esiti del Consiglio Europeo di questa settimana?

“Penso che sia stato molto positivo quanto è successo nel Consiglio Europeo di giovedì e venerdì perché, per la prima volta, abbiamo avuto due risposte chiare. Innanzitutto, che il problema dell'immigrazione è un problema europeo e chi lo negava fino ad oggi ha avuto la risposta proprio dalle vicende francesi. Bene ha fatto il Presidente del Consiglio europeo a dichiararlo a chiare lettere.

In secondo luogo, bisogna intraprendere una politica di Cooperazione con i Paesi dell'Africa, a partire da quelli con cui tradizionalmente abbiamo rapporti di vicinato perché solo con questa modalità si potranno effettivamente creare le condizioni perché si possa avere un’immigrazione qualificata. Il Piano Mattei è la strada giusta da perseguire”.

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