Nel Partito democratico si respira un'aria assai tesa. L'avvicinarsi delle primarie non sta facendo altro che intensificare il livello di scontro interno, anche perché quello tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein rappresenta il vero duello per la segreteria del Pd. I due continuano a punzecchiarsi a distanza: non danno segni di grande irritazione e astio reciproco, ma ogni occasione è buona per rimarcare le distanze l'uno dall'altro. E ora è andato in scena anche un botta e risposta.
L'appello di Schlein al Pd
Schlein sostiene che il cambio dei volti dei dirigenti non rappresenta l'unico passo da compiere per rinnovare l'identità della galassia dem: a suo giudizio è necessario apportare una "svolta netta" che riguardi anche il metodo. "C'è da risalire e per farlo serve darci un'identità chiara. Guardate il dato dell'astensionismo: io temo che la maggioranza è chi non ce la fa ed è da lì che si deve ripartire", ha dichiarato in riferimento anche al dato della bassa affluenza in occasione delle ultime elezioni regionali.
La candidata alla segreteria del Partito democratico, intervenuta ai microfoni di Radio 1, ha inoltre rivolto un appello per far sì che il nuovo corso dem sia connotato dalle classiche ricette rosse: "La destra ha vinto e fa la destra. Noi dobbiamo fare la sinistra, quella sinistra che è mancata negli ultimi anni". E nell'intervista a La Repubblica ha ribadito che il Pd "deve cambiare tutto ed essere un partito di sinistra che rappresenta chi non ce la fa".
La replica stizzita di Bonaccini
Le sue parole non sono state indifferenti a Stefano Bonaccini, che non si è mostrato particolarmente convinto dalla prospettiva delineata dalla sua avversaria. Per il governatore dell'Emilia-Romagna "il problema è quale sinistra si vuole fare": è convinto che un andazzo minoritario e ideologico "serve a poco", motivo per cui intende sposare la causa "riformista, pragmatica e che sta coi piedi dentro la società".
Bonaccini non si è fermato qui ed è andato oltre: "Guardi, io sono un uomo di sinistra, vengo da un piccolo Comune di provincia, sono figlio di un camionista e di un'operaia, entrambi del Pci, e le mie battaglie le ho sempre fatte per far star meglio chi viene dalle classi popolari come me. Quindi lezioni su questo non ne prendo da nessuno".
Il Partito democratico si appresta a cambiare faccia ma non sostanza: il rischio è che venga partorita una fotocopia dell'attuale gestione fallimentare targata Enrico Letta, che
ha portato il Pd a crollare alle elezioni politiche del 2022 e a schiantarsi alle recenti elezioni regionali. Il menù è lo stesso: migranti, Ius soli, legalizzazione della cannabis. Vale la pena cambiare semplicemente gli interpreti?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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