"Contiamo di partire già dalla prossima settimana". Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo oggi alla Festa del Foglio, ha annunciato così l’imminente apertura dei centri per migranti in Albania. Il titolare del Viminale, poi, ha precisato che questi centri non sono dei Cpr, ossia Centri di permanenza per i rimpatri riconoscibili dal “filo spinato”, ma “sono centri di trattenimento leggero” analoghi a quelli presenti a Porto Empedocle e Modica. "Non ci saranno tagli di nastri", ha detto Piantedosi spiegando che, dunque, non è prevista alcuna cerimonia di apertura e che li visiterà solo “se necessario per ricognizione”. I centri serviranno soprattutto per l’accoglienza e“tutti possono fare richiesta di protezione internazionale e ottenerla in pochi giorni". Il ministro è convinto che “se il sistema manifesterà tempi rapidi, per sapere se le persone sono ammissibili di protezione internazionale o meno, e quindi da espellere e da riportare indietro, ci sarà sicuramente un fattore di deterrenza".
Piantedosi è intervenuto anche sul processo Open Arms che vede coinvolto Matteo Salvini che "è un processo politico nei termini in cui si è portato davanti a un giudice penale una posizione politica, condivisibile o meno, ma legittima di un membro del governo”. Detto ciò, secondo il ministro, questo processo risulta un’anomalia perché “è stato consegnato alla giurisdizione ordinaria dal Senato e peraltro da gruppi parlamentari che in casi identici qualche mese prima avevano adottato decisioni completamente diverse". Insomma, non è colpa della magistratura se il processo ha preso una piega politica. Un processo nel quale Piantedosi, all’epoca dei fatti capo di gabinetto di Matteo Salvini, era stato co-imputato o co-indagato e solo qualche mese fa aveva avuto un interrogatorio dibattimentale durato cinque o sei ore.
Riguardo, invece, alla manifestazione che i parlamentari leghisti terranno a Palermo il prossimo 18 ottobre in solidarietà a Salvini, Piantedosi ha ricordato che non è la prima volta che questo avviene, ma anche nel caso del processo a Mimmo Lucano vi furono analoghe manifestazioni “da parte di appartenenti alla politica di segno opposto” e quindi “non c'è alcun cortocircuito”. Anzi, “la democrazia – sottolinea il ministro - si deve nutrire anche di queste forme, se contenute nelle forme della manifestazione della libertà di pensiero”.
Il ministro, infine, parlando della manifestazione pro Palestina del 5 ottobre scorso a Roma, caratterizzata da alcuni disordini, ha puntato il dito conto “certe manifestazioni di sostanziale antisemitismo anche violento” come “un fenomeno tutt'altro che marginale o risolvibile con dichiarazioni di circostanza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.