I centri migranti in Albania sono già pronti e operativi

La premier: "Soluzione innovativa". Potrà ospitare fino a tremila persone al mese

I centri migranti in Albania sono già pronti e operativi
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Ci sono voluti due mesi in più, colpa di urbanizzazione, reti idriche e fognarie più critiche del previsto e di un meteo anomalo tra maxi incendi e piogge incessanti. Ma alla fine il centro migranti in Albania diventa operativo. La premier esulta: «Partirà probabilmente tra qualche giorno, sarà una soluzione innovativa per governare i flussi migratori e combattere i trafficanti di esseri umani», dice Giorgia Meloni al termine del vertice Med9 a Cipro. L'ambasciatore italiano a Tirana Fabrizio Bucci conferma: «Non sappiamo quando arriveranno i primi migranti», a regime saranno 3mila al mese.

L'intesa con il collega albanese Edi Rama (che per questo avrebbe litigato con l'amico George Soros, fan dell'immigrazione selvaggia) era nato nell'estate del 2023, suggellata il 7 novembre e ratificata con la legge 14/2024. È il primo caso in cui un Paese non Ue accetta migranti per un membro Ue. Un modello che interessa all Regno Unito, sebbene per Amnesty International l'intesa violerebbe la Convenzione di Ginevra. Il costo previsto in cinque anni per manutenzione, assunzioni e trasferte del personale varia dai 670 agli 850 milioni. Secondo Palazzo Chigi l'intesa farà risparmiare diversi milioni, considerato che secondo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi l'accoglienza costa 1,7 miliardi l'anno.

L'hot spot al porto di Schengjin (a 66 km da Tirana) servirà per lo sbarco, l'identificazione e la prima accoglienza dei migranti soccorsi in acque internazionali dalle navi italiane e sarà sotto la nostra giurisdizione, come (22 km più a nord) l'ex base militare Nato da sette ettari dell'aeroporto di Gjader, centro per i richiedenti asilo con 880 posti letto, un Cpr da 144 posti e un penitenziario da 20 posti per i migranti che commettono reati nei due centri. Le mura di cinta alte 5 metri e le telecamere lungo il perimetro saranno vigilate dalle nostre forze dell'ordine: previste 500 unità interforze, 46 dal Dap e 23 medici del ministero della Salute, con buste paga più ricche di cento euro, vitto e alloggio garantito, trasferimenti a carico dello Stato, affiancate da personale dell'Alto commissariato Onu per monitorare il rispetto dei diritti dei rifugiati, espressamente maschi in buona salute (il 74% degli arrivi in Italia), provenienti da una lista di Paesi «sicuri» come Tunisia, Egitto o Bangladesh. Lo scorso 4 ottobre la Corte di giustizia Ue con un'interpretazione dell'articolo 37 della direttiva 2013/32 ha però ristretto il concetto di «Paese sicuro».

Un primo contingente con 150 tra agenti e polizia penitenziaria già formato è sul posto dal 20 agosto, anche se i sindacati lamentano condizioni difficili per acqua e connessioni a singhiozzo. Grazie a procedure accelerate la prefettura di Roma avrà 28 giorni per valutare il diritto alla protezione, con magistrati del Tribunale di Roma in videoconferenza per le udienze di convalida. In caso contrario, rimpatrio veloce.

Previsto un rimborso spese da 500 euro per avvocati e interpreti che assisteranno in Albania i migranti col gratuito patrocinio. La stretta migratoria funziona, a ieri la rotta dal Nord Africa è crollata del 61% con 52.425 migranti sbarcati dai 138.947 (fonte Viminale) di 12 mesi prima.

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