Sostiene che vincerà sicuramente le elezioni regionali contro Vito Bardi: nel frattempo, però, Piero Marrese dovrà rimettere insieme i cocci di un centrosinistra collassato in Basilicata proprio sulla ricerca estenuante di un candidato presidente che andasse bene a Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e a quel poco che è rimasto del cosiddetto "campo largo". Dopo Angelo Chiorazzo, Domenico Lacerenza, Piero Lacorazza, ecco che l'ammucchiata giallorossa si aggrappa all'attuale presidente della provincia di Matera per uscire da un gorgo in cui era clamorosamente scivolata a colpi di rappresaglie, veti e controveti reciproci. Con la scadenza della presentazione della liste elettorali alle porte, è solo lui che può contendere la poltrona al governatore uscente nell'appuntamento elettorale del 21 e 22 aprile.
La politica giovanile e il plebiscito come sindaco
Nato il 27 giugno del 1980 a Policoro (Matera), Piero Marrese cresce a pane e politica a Montalbano Jonico, comune di circa 7mila abitanti di cui è anche sindaco dal 2015. La sua attività politica comincia nella Sinistra giovanile (gli juniores degli allora Democratici di sinistra), mentre nel frattempo si laurea in Giurisprudenza nel 2005 all'Università di Bari. Nel medesimo ateneo ottiene un dottorato di ricerca, per poi lavorare in ambito accademico, facendo anche il ricercatore per un anno al Consiglio nazionale delle ricerche. Esercita dal 2007 la professione di avvocato in uno studio legale con sedi a Bari e a Montalbano Jonico.
Nel suo curriculum, depositato qualche anno fa al Comune di Pisticci, si definisce "consulente legale ed esperto in valutazione del personale e controllo di gestione della pubblica amministrazione", con una consolidata esperienza da formatore nel più variopinto bouquet di corsi: da quelli per addetto all'installazione di impianti fotovoltaici a quelli per addetti alla vigilanza. Intanto la politica bussa forte la sua porta: nel 2015 viene selezionato dal centrosinistra come candidato sindaco per Montalbano Jonico dove s'impone sindaco con il 52,98% dei voti. Cinque anni più tardi viene riconfermato per un secondo mandato con un plebiscito: affluenza al 73%, e quasi il 90% dei voti ottenuti con la sua lista "Montalbano nel futuro".
Piero Marrese senza Azione e Italia Viva
Nel 2018 ottiene anche l'incarico di presidente della provincia di Matera, anche se non direttamente dai cittadini, bensì dai sindaci e dai consiglieri comunali dell'ente territoriale lucano in questione, come stabilito dalla nuova riforma entrata in vigore nel 2014. Eletto a 38 anni, si aggiudica il primato della persona più giovane nella storia di questa provincia lucana ad assumere questo ruolo. Nel 2022 per Marrese arriva la conferma con un secondo mandato alla guida della provincia. Da dirigente del Pd in Basilicata, sostiene fortemente Stefano Bonaccini alle ultime primarie, poi perse contro Elly Schlein. Pur sconfitto, Marrese risulterà una sorta di minimo comun denominatore su cui si ritrovano sia la segretaria nazionale del Pd sia Giuseppe Conte.
Nel commentare come si è costruita la sua candidatura alla presidenza della Regione Basilicata, Marrese racconta che la prima telefonata gliel'ha fatta la Schlein; a seguire Conte e infine - parole sue - "abbiamo fatto una videocall tutti insieme" con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Peccato che, interrogati riservatamente entrambi i leader dell'Alleanza Verdi e Sinistra, questi ultimi due avrebbero negato di avere mai sentito lo sfidante di Vito Bardi, che fosse dal vivo o in videochiamata. Sintomo di una confusione generale che si respira all'interno di una coalizione che avrà a disposizione un mese scarso di tempo per ritrovare la bussola che punti alle urne.
Il presidente della provincia di Matera non potrà contare su Azione e Italia Viva, nel frattempo migrati nel centrodestra, ma avrà al loro posto il sostegno di Psi e +Europa: basteranno per realizzare un "campo vincente"?
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