Le università si inchinano ai manifestanti pro-Palestina. L'ultimo caso è quello del Politecnico di Milano, dove (pare) sono state nascoste le collaborazioni con l'Israel Institute of Technology. Ad annunciarlo sono le solite organizzazioni, responsabili anche di occupazioni e manifestazioni talvolta violente, pubblicando lo screenshot di una schermata del sito del Politecnico, in cui la pagina dedicata al Technion risulta essere scomparsa. "Il Politecnico di Milano ha ufficialmente nascosto gli accordi con l'università sionista Technion sul suo sito. 'Israele' non appare più sulla lista dei Paesi che hanno accordi con l'università milanese, cosa che limiterà drasticamente le potenzialità dell'accordo".
Esultano le varie organizzazioni per la Palestina che si sono formate nell'ultimo anno nell'università milanese: "Questo è il segnale che la campagna di boicottaggio accademico sta funzionando e che le istituzioni stanno cedendo alle nostre legittime rivendicazioni". Il messaggio che passa è che la teoria del più prepotente che prevarica è quella vincente nelle università del nostro Paese. Per il momento, dall'università non sono stati fatti commenti in merito ma, anche a un controllo esterno rispetto agli screenshot pubblicati dai gruppi di parte, la pagina del Technion sul sito del Politecnico risulta non esistere più. Un problema tecnico? Una scelta deliberata? Impossibile per il momento avere informazioni più chiare in merito a quanto accaduto. Questo gesto, che sembra essere frutto di una precisa scelta dell'ateneo, arriva dopo una petizione aperta dall'Intifada Studentesca di Milano lo scorso 21 novembre su Change.org, improvvisamente chiusa quando erano stati raggiunti appena 36 sottoscrittori.
Nello specifico, nella petizione, gli studenti chiedevano, nell'ordine, al Politecnico: "Rescinda immediatamente ogni tipo di accordo accademico con il Technion; Rescinda ogni tipo di accordo con le altre 5 università israeliane con cui intrattiene dei rapporti: Tel Aviv University, Ben-Gurion University of the Negev, Bar-Ilan University, Holon Institute of Technology, Bezalel Academy of Art and Design". E ancora: "Prenda pubblicamente posizione a favore della giustizia e del rispetto dei diritti umani e contro le pratiche del governo israeliano, allineandosi con le numerose istituzioni globali che già hanno sospeso accordi con partner legati all’occupazione israeliana".
In attesa che dall'università venga spiegata questa strategia, i pro-Pal esultano: "Il movimento studentesco di lotta sta mettendo sotto stress questo sistema sionista e guerrafondaio, mostrandone tutti i punti deboli e preludendo una mobilitazione di massa contro i governi corrotti e doppiogiochisti, propulsore del progetto coloniale sionista.
É importante prendere coscienza della situazione in cui ci troviamo e continuare a mobilitarci, per un'universitá libera dalla guerra, ora più che mai. Non ci fermeremo finché non otterremo ciò che vogliamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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