Travaglio disco rotto contro la Meloni: difende ancora l'indifendibile

Il direttore del Fatto Quotidiano accusa Meloni e difende il reddito grillino: "Un ragazzo scipatto dal reddito che sente parlare Lollobrigida mette mano alla fondina"

Travaglio disco rotto contro la Meloni: difende ancora l'indifendibile
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L’assemblea di Fratelli d’Italia di ieri mattina, la prima da quando Giorgia Meloni siede a Palazzo Chigi, ha agitato il panorama politico e mediatico della sinistra. La guache italiana, lacerata dalle divisioni interne e dall’inconsistenza numerica, va all’attacco di Meloni e soci. Le critiche, più sul piano personale che politico, vertono sull’organizzazione del partito, definito esplicitamente “familista” da Schlein e compagni. Tra gli odiatori di professione non poteva mancare Il Fatto Quotidiano e il suo direttore, Marco Travaglio.

Travaglio acccusa Meloni

Il fango gratuito, denunciato dalla stessa Meloni nel suo discorso, torna questa mattina sul giornale diretto da Marco Travaglio. Il copione è sempre lo stesso: attacchi al veleno contro il premier, accuse di familismo nei confronti del governo e critiche feroci e ideologiche contro Fratelli d’Italia e il nuovo organigramma. La prima pagina del Fatto quotidiano prova a riassumere così l’assemblea del partito: “Io, Patria e Famiglia”. E aggiunge: “Decine di famigliari. Non solo il giro della premier – ci assicura il sommario – in tutta Italia il partito ha imbarcato mogli, fidanzate, figli e cognati”.

L’accusa di “familismo” viene ribadita, a più riprese, nelle pagine interne del giornale diretto da Travaglio. La principale colpa di Meloni? Avere indicato sua sorella Arianna, militante storica del partito, come nuova responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia. Nulla di più, nulla di meno.“L’accusa di familismo nei confronti del governo – si è difesa Meloni nella giornata di ieri – è assolutamente irricevibile”.

Il commento demagogico pro-reddito

Niente da fare. Lo stesso refrain viene ribadito, nella stessa pagina, nell’editoriale di Marco Travaglio.“Quando un politico sistema parenti e amici nei posti pubblici – esordisce il diretto del Fatto Quotidiano –i casi sono tre: o cambia faccia, o va a nascondersi o dice la cosa più stupida del mondo: che il parente è un genio, e che purtroppo il cognome che porta gli ha tarpato le ali”. La logica del Fatto quotidiano è tanto semplice quanto irrealistica: Meloni, colpevole della terza ipotesi, deve ammettere all’opinione pubblica che Arianna Meloni è una privilegiata buona a nulla. Non solo: “Meloni – dice Travaglio con sprezzo del ridicolo – fa l’opposto: ci racconta che le critiche sono ‘fango’ e chissà dove sarebbe Arianna se di cognome non facesse Meloni. Frase non nuova per un politico familista ma molto sciocca e controproducente”.

A preoccupare, oltre alle solite sparate di Travaglio, è la conclusione del suo editoriale.

“Un ragazzo scippato dal reddito – conclude il direttore del Fatto – scopre che Arianna Meloni vorebbe non chiamarsi Meloni e s’incazza di brutto”. “Se poi sente parlare Lollobrigida”, questa la parte più demagogica in assoluto, “mette mano alla fondina. Il livore ideologico, come spesso capita, non ha il senso della misura.

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