"Portiamo avanti le battaglie di Berlinguer". Ora Conte fa il compagno

L'ex premier rivendica una continuità tra i 5s e lo storico segretario Pci. "Alcune sue battaglie le stiamo portando avanti coi fatti". Per Giuseppi l'ennesimo riposizionamento, sempre più a sinistra

"Portiamo avanti le battaglie di Berlinguer". Ora Conte fa il compagno

Fai la giravolta, falla un'altra volta. A furia di compiere piroette politiche, Giuseppe Conte rischia di frastornare anche se stesso. Un po' grillino e populista, ma anche istituzionale all'occorrenza. Sovranista, draghiano, progressista. Il leader del Movimento Cinque Stelle sembra avere mille volti, ciascuno valido per ogni evenienza. Il suo più recente posizionamento però è di quelli da ricordare, per quanto altisonante e impegnativo da sorreggere. Nelle scorse ore, infatti, l'ex avvocato del popolo ha idealmente indossato i panni del "compagno" e ha rivendicato una continuità politica tra i pentastellati ed Enrico Berlinguer.

Conte e la frase su Berlinguer

Durante il suo tour elettorale nel Lazio, il leader 5S era in visita in un circolo del Movimento a Ostia quando si è avvicinato a una foto dello storico segretario del Pci affissa alla parete. "Qui non parlo, taccio. La foto è emblematica, parla da sola...", ha dapprima affermato, indicando lo scatto in bianco e nero. Poi, incalzato dai giornalisti sul fatto che quell'istantanea fosse stata posizionata vicino a una sua foto con Beppe Grillo, l'ex premier ha aggiunto: "Credo che alcune battaglie fondamentali portate avanti da Berlinguer noi stiamo dimostrando coi fatti di portarle avanti". L'affermazione catturata dall'agenzia Dire ha suscitato un certo stupore, se non altro per quell'esplicita comunanza politica delineata con l'illustre esponente del partito comunista italiano.

L'ennesima piroetta di Conte

Passando dall'azzimata pochette all'ideale pugno chiuso, Conte è riuscito ancora una volta a spiazzare. Per l'ex premier è stato l'ennesimo riposizionamento, in un ideale dislocamento politico tendente sempre più verso sinistra. Accidenti, ne è passato di tempo da quando il leader pentastellato faceva il sovranista e raccoglieva gli apprezzamenti di Donald Trump. "Amo ricordare che sovranità e popolo sono in Costituzione", spiegava l'allora premier nel 2018 all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ma il leader pentastellato in tempi più recenti è stato anche un draghiano, di lotta e di governo allo stesso tempo. Critico con l'Europa sulla guerra in Ucraina ma pronto a incontrare Ursula von der Leyen, come accaduto nelle scorse settimane. Che dire poi del recente corteggiamento coi Verdi Ue, di fronte ai quali ha esaltato la vena ecologista dei grillini. E l'euroscetticismo 5S? Roba vecchia, "un errore di gioventù". Altra giravolta.

L'erosione del Pd e il partito d'argilla

Intenzionato a erodere il Pd dall'esterno (operazione non troppo complessa, viste le condizoni del partito dem), ora Conte ha scomodato pure la presunta vicinanza tra i pentastellati e la tradizione politica di Berlinguer. Roba da far impallidire i militanti di sinistra duri e puri. Ma in effetti non si può nemmeno dare torto al presidente 5s, il cui partito sembra ormai una creatura d'argilla.

Malleabile a piacimento a seconda dei momenti e delle occorrenze. E dentro chiaramente c'è di tutto, dal populismo all'assistenzialismo. Dai tentativi di campo largo agli afflati identitari. Una spruzzatina di comunismo che fai, non ce la metti?

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