Un premier a sua insaputa. Mario Monti non sa, non ricorda, non c’era e se c’era dormiva. Per tutti questi lunghi mesi di governo si deve essere smarrito sulla luna, guardando le cose dall’alto e con un certo distacco dalle meschine questioni terrene. I tecnici probabilmente sono bravi sulla carta, ma la realtà li infastidisce, soprattutto se non coincide con l’opinione che hanno di se stessi. È per questo che Monti si incattivisce non appena qualcuno gli chiede conto delle sue scelte. Per esempio non sopporta domande sulla candidatura di Alfredo Monaci, fino a pochi giorni fa pezzo grosso del Monte dei Paschi di Siena. Chi lo ha candidato? Boh, Monti no, lui non ne sapeva nulla. «È una scelta del territorio », dice. Magari sarà stato il Pd. Vai a saperlo. L’unica cosa certa è che Monti ha salvato l’Italia dalla bancarotta. Questo è il suo tantra, il suo vangelo, la verità fondamentale che non si può mettere in discussione. Tutto il resto, quello che non si sa, il disastro di un Paese che boccheggia e bestemmia per arrivare a fine mese non sono affari del premier. Monti ti dice che l’operazione è riuscita, se poi il paziente è morto, pazienza, sarà colpa sua, o di chi passava da quelle parti per caso. La riforma del lavoro appena abbozzata e dagli effetti incerti? È solo colpa della Fornero, che oltretutto è la prima a confessare di aver giocato all’apprendista stregone. Se poi la Fornero staal governo ci deve essere arrivata da clandestina e in nero. Le tasse? È colpa degli italiani che non sanno apprezzarle come dovrebbero. L’Imu sulla prima casa? È stato Tremonti, Monti in cuor suo voleva tassare solo le chiese. Gli esodati? Mica è colpa del governo, ma di quei pensionandi che si erano nascosti così bene che se li sono dimenticati. Le riforme? È quella sciagurata della Camusso che le ha fatte saltare. L’alleanza con Fini e Casini? Sono loro che si sono alleati con Monti, come certi imbucati che si presentano alle feste e poi si portano dietro cognati e parentado.L’occhio di riguardo verso le banche? Una svista. La spending review non fatta? È che non aveva le forbici. La fase due, quella dello sviluppo? Monti voleva farla, ma poi ha perso gli appunti. Dire a quelli che hanno meno di quarant’anni che ormai sono bruciati e non si può fare più nulla per loro? Un atto di pietà come l’ultima pallottola al cavallo azzoppato.
L’unica cosa di cui si assume la responsabilità è aver dimezzato lo spread. Peccato che in questa fiera del «me ne lavo le mani» sia anche l’unica cosa che non dipenda da lui.
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