Caro Francesco,
esistono fatti incontrovertibili di cui gli odiatori di Roberto Vannacci, molti dei quali sono sostenitori accaniti di Ilaria Salis, dovrebbero prendere atto. Il primo è che Vannacci non ha commesso alcun delitto, mentre Salis è stata già condannata ed è attualmente sotto processo (temporaneamente sospeso in seguito alla elezione funzionale a salvarle il culo dalla galera) per reati simili a quelli per i quali ella ha già collezionato sentenze di condanna. Oltretutto pare che la signora sia una fiera quanto incallita occupante abusiva di immobili. Per la compagna Ilaria l'occupazione abusiva è un po' come la beneficenza per il buon cristiano, una attività doverosa e necessaria. Oltretutto è qualcosa che fa curriculum. Non mi risulta che Vannacci, il quale non ha ricevuto condanne ma onorificenze, abbia mai preso a bastonate chi non la pensa come lui o abbia mai occupato proprietà altrui. Eppure la sinistra ritiene Salis una candida pecorella smarrita e Vannacci una sorta di criminale.
Quest'uomo è stato sommerso di minacce, insulti, attacchi, la violenza che gli è stata riversata addosso non ha precedenti, il tutto perché ha scritto un libro in cui il generale non fa altro che raccontare l'inconfutabile ovvio, quelle verità a cui sono allergici i paladini del politicamente corretto, più disposti a tollerare una colossale bugia piuttosto che una verità che contraddica una qualche loro convinzione ideologica. Un altro fatto incontrovertibile è che tutte le accuse formalizzate contro il deputato della Lega sono cadute, ovvero non sono sfociate in procedimenti giudiziari bensì sono state archiviate. Da chi? Da quella stessa magistratura che la sinistra difende ma soltanto quando le fa comodo. Se le sentenze non sono gradite ai dem, ecco che i giudici vengono tacciati di sbagliare e di non essere giusti. Circa un mesetto fa è stata archiviata per la seconda volta la denuncia presentata dalla pallavolista nera Paola Egonu nei confronti del generale, dal quale l'atleta si è sentita diffamata e offesa a causa di una frase contenuta nel celebre libro di Vannacci: «Anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità». Beh, dove sta l'insulto? Trattasi di una mera constatazione. Tanto è vero che il Gip di Lucca ha disposto l'archiviazione, impugnata dalla campionessa, la quale non si è rassegnata al rigetto della sua querela, ed ecco che si è arrivati al respingimento dell'opposizione di Egonu e alla seconda archiviazione. Insomma, Vannacci non ha oltraggiato la pallavolista. Il gip ha sostenuto che «non risulta emergere un superamento del limite della continenza che possa dirsi indicativo della volontà, da parte dell'indagato, di offendere gratuitamente la reputazione» di Egonu, «di denigrarla, di sminuirne il valore, di portare un attacco indebito alla persona». Vannacci non è razzista, è semplicemente un uomo che non si adegua alle ipocrisie del nostro tempo e le cui parole sono state abilmente strumentalizzate per assecondare quel vittimismo divenuto ormai costume imperante a sinistra.
Però il risultato più importante che dimostra che Vannacci non ha commesso alcun crimine esprimendo le sue opinioni è giunto qualche giorno fa, quando il tribunale militare di Roma ha deciso di archiviare le accuse nei suoi riguardi di istigazione all'odio razziale, a disobbedire alle leggi e a commettere reati.
La fedina penale del deputato europeo, a differenza di quella della
collega Salis, resta immacolata. A restare sporca invece è la coscienza di quella sinistra che punta il dito indice della medesima mano usata per seminare odio contro gente onesta e perbene, rea semplicemente di non piacerle.
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