La rabbia di La Russa: "Schifato dai dossier suI miei figli"

Il presidente del Senato a "Dritto e rovescio": "Voglio sapere chi è il mandante"

La rabbia di La Russa: "Schifato dai dossier suI miei figli"
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Tiene banco lo scandalo hacker, l’ennesimo caso dossieraggio che ha messo nel mirino le più alte cariche dello Stato. Tra i personaggi politici finiti nel mirino c’è anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e uno dei suoi figli, Geronimo. Ospite di “Dritto e rovescio”, condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4, il volto di spicco di Fratelli d’Italia non ha utilizzato troppi giri di parole: "Meloni ha detto: 'Bisogna mettere fino allo schifo’. Secondo me, Giorgia ha centrato. Bisogna smettere. Io, personalmente, ormai ci sono allenato”.

“In Italia ormai sta per esserci una cosa: chi non è dossierato neanche una volta vuol dire che non conta niente” ha aggiunto La Russa tra serio e faceto: “Quello che mi ha schifato ancora di più non è il fatto che abbiano dossierato me, sai che me ne frega, ma i miei figli che c'entrano? Poi il primo e l'ultimo in una data peraltro molto sospetta, che non può essere una coincidenza". Ora il numero uno di Palazzo Madama vuole conoscere nome e cognome del mandante: “È più importante della loro responsabilità sapere a chi l'interessato non ha potuto dire no quando gli ha chiesto di controllare me e i miei figli. Voglio sapere chi è il mandante, mi interessa molto. Se ho sospetti? Qualche idea ce l'ho ma non è un sospetto”.

L’inchiesta di Milano ma non solo. La Russa si è soffermato sui principali dossier politici, compreso quello relativo alla giustizia. Secondo il presidente del Senato il problema è che le leggi non delimitano in maniera precisa dove finisce il potere giudiziario e dove comincia il potere esecutivo e parlamentare: “Non dico la Costituzione... ma trovare una definizione precisa e ho detto che devono farlo maggioranza, opposizione e magistratura insieme, perché è interesse dell'Italia che queste invasioni di campo, a volte anche reciproche, non si verificano e l'unico modo è definire i limiti".

Interpellato sui risultati delle elezioni regionali in Liguria, La Russa ha ricordato quanto accaduto nel 1994 con la gioiosa macchina da guerra del comunista Achille Occhetto: "La sinistra era sicura di aver vinto e poi prese una batosta da Berlusconi. Il clima in Liguria era uguale.

La sinistra, dopo la vicenda Toti, ha detto: 'Qui siamo in discesa, abbiamo vinto'. E poi i liguri hanno cominciato a ragionare grazie anche all'ottima candidatura del sindaco Bucci, voluto e appoggiato da Giorgia Meloni".

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