Anna Maria Tarantola è ufficialmente il nuovo presidente della Rai dopo aver ottenuto il parere favorevole della commissione di Vigilanza a maggioranza di due terzi. I sì sono stati 31 (su un minimo di 27 necessari perché la nomina fosse valida), mentre una scheda è stata annullata e due sono state lasciate in bianco. Sei gli assenti. Ora, dopo la presa d'atto in Cda, dovrebbe essere nominato anche il direttore generale, che salvo sorprese sarà Luigi Gubitosi.
E mentre in commissione tutto sembra filare liscio, fuori scoppia lo scontro politico. Fin da quando Mario Monti ha fatto il nome di Tarantola come presidente del Cda, il Pdl ha storto il naso. Non per la nomina, ma per i poteri che il presidente del Consiglio voleva affidare alla presidenza Rai. Così nei giorni scorsi governo e partito di maggioranza si sono incontrati a lungo per trovare un accordo e evitare il veto del centrodestra in Vigilanza.
Una mossa che non è piaciuta affatto a Pier Luigi Bersani. "Mentre la gente sta vivendo i problemi che abbiamo, ho visto che l’intero gruppo dirigente del Pdl è stato ricevuto a Palazzo Chigi per discutere di Rai, capitolo pesi e misure. Se Il Pdl ritiene di essere il padrone della Rai, vorrà dire che il canone lo pagherà lui", ha tuonato il leader del Partito democratico.
Il presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, taglia corto: "Da oggi la Rai e il servizio pubblico sono una realtà diversa.
Ma per legittimare ogni aspetto strutturale della nuova governance potrebbe occorrere una seconda fase, quando la Vigilanza sarà tenuta a proseguire il proprio compito istituzionale indirizzando l’iter del processo rifondativo"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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