Renzi diserta il congresso di Sel, il pd Bonaccini coperto dai fischi

Il renziano al congresso di Sel: fischi e urla "Buffone, vergogna". Poi l'apertura sulla legge elettorale. Ma Vendola: "Alleanza col Pd non è scritta nelle tavole della legge"

Renzi diserta il congresso di Sel, il pd Bonaccini coperto dai fischi

Alla fine il segretario del Pd Matteo Renzi ha declinato l’invito a partecipare al congresso di Sel. Al suo posto ha mandato un componente della segreteria di via del Nazareno, Stefano Bonaccini. Che, tra gli insulti e i fischi, ha aperto a possibili modifiche alla riforma della legge elettorale, sottoscritta dal sindaco di Firenze con Silvio Berlusconi. Sul tavolo il nodo che riguarda le soglie di sbarramento.

Quando la presidenza annuncia l'intervento di Bonaccini, dalla platea dei delegati si è alzato lo sfottò "Bonaccini chi?". Un ironico riferimento al "Fassina chi?" pronunciato dal sindaco di Firenze durante una conferenza stampa. Incurante delle prese in giro, l'esponente piddì è salito sul palco e, non appena si è rivolto ai 900 delegati presenti in sala con un "Cari compagni e compagne...", è stato immediatamente travolto da una selva di fischi e insulti. Dal fondo della sala la contestazione ha presto preso il posto ai primi brusii: "Buffone, vergogna". Nonostante gli attacchi, Bonaccgini non ha lasciato il palco e ha tenuto un discorso sulla riforma elettorale durante il quale ha aperto alla possibilità di apportare modifiche al disegno di legge che settimana prossima arriverà in parlamento. "Nella discussione che si sta facendo, se nelle prossime ore si troverà tra tutti o a larga maggioranza la possibilità di correzioni anche rispetto alla soglia di sbarramento - ha assicurato - noi non abbiamo preclusioni". A detta di Bonaccini, Renzi punta a "fare le riforme" e "non scansare i temi posti da altri partiti".

Il confronto tra Sel e Pd, però, sembra più in salita di quanto non vogliano far intendere i renziani. "Mi è dispiaciuto non vedere Matteo qui a Riccione. Il dialogo è ancora più importante quando ci sono divergenze di opinione", ha commentato il governatore della Puglia Nichi Vendola a margine del congresso del partito. Il leader del Sel non sembra aver digerito l’assenza del segretario piddì. Tuttavia, ha assicurato di aver apprezzato la presenza di Bonaccini e la disponibile a superare le criticità sulla legge elettorale. "L’alleanza con il Pd non è scritta nelle tavole della legge ma deve essere figlia della volontà del cambiamento - ha continuato Vendola - la realtà è che il Partito democratico è legato ad esperienze di governo catastrofiche". Domani i vertici del Sel incontreranno quelli del Pd. Ma a una condizione. "Si capisca che non siamo a chiedere l’elemonina - ha concluso - siamo pronti a discutere con la considerazione e il rispetto che meritiamo".

Dal Pd, d'altro canto, non sembra arrivare un'estrema unzione all'eventuale asse con la sinistra radicale in vista delle prossime elezioni. Anzi. "Il Sel è una forza importante con la quale non sono vogliamo dialogare, ma vogliamo farci un’alleanza davvero", ha assicurato Bonaccini ricordando che tra poche settimane si voterà in quattromila comuni italiani e in Sardegna. Pd e Sel sono alleati pressoché ovunque.

"Però - ha concluso Bonaccini - vogliamo contemporaneamente dire che questo Paese dopo tanti anni di chiacchiere ha bisogno di riforme importanti". E su queste tra renziani e vendoliani potrebbero sorgere problemi seri.

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