"La mia segreteria come Qui, Quo, Qua? Non credo proprio. Semmai è la classe politica che assomiglia a Paperoga", così Matteo Renzi in una lettera al direttore Calabresi pubblicata oggi su La Stampa. Il segretario democratico si scaglia contro i politici che rompono e non pagano, pieni di buone intenzioni ma capaci solo di far danni. E' molto piccato nella risposta a Luca Ricolfi: "Le Giovani Marmotte potranno anche essere disegnate come antipatiche, ma i problemi almeno li risolvono." Sull'operato del governo sembra voler insistere ancora una volta sulla distanza tra la nuova segreteria e l'esecutivo: al di là delle dichiarazioni scontate per cui "darò una mano, giochiamo tutti nella stessa squadra, l'Italia", Renzi mette in chiaro le cose: "Il primo ministro è il capo del governo. Se si logora, si logora per le cose che fa. O non fa. "Come dire: caro Letta, veditela un po' da solo che io ti aspetto al varco. Il sindaco di Firenze parla anche di piano per il lavoro, o meglio, all'inglese, di JobsAct: "Il dibattito sulla riforma del mercato del lavoro non deve essere affare di pochi" dice richiamando i dati sulla disoccupazione giovanile. Replicando alle critiche dell'editorialista della stampa - che aveva denunciato i pericoli di una politica affidata ai dilettanti -, il segretario democratico cita un proverbio già sentito mille volte: "Il Titanic fu costruito da professionisti, l'Arca di Noè da dilettanti."
Renzi rimarca come al solito la propria vicinanza alla gente: mentre afferma compiaciuto di aver ricevuto migliaia di mail con opinioni e suggerimenti da parte di commercianti e piccoli imprenditori, tiene a ricordare come sia stato lui il primo a voler chiedere consiglio. Per il resto, roba già vista: burocrazia, fisco, la mancanza di serenità per famiglie ed imprese. Il segretario democratico rivendica anche l'iniziativa presa sulla legge elettorale, le proposte abolizioni di Senato e Province, lo sforzo per abbattere i costi della politica.
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