"Più di 10mila euro a famiglia". L'allarme per l'euro-stangata sulla casa

Il presidente di Confedilizia critica la direttiva green sulla casa: "È una eco-patrimoniale che mette a rischio 10 milioni di immobili"

"Più di 10mila euro a famiglia". L'allarme per l'euro-stangata sulla casa

La direttiva Ue sull’efficientamento energetico delle case si può tranquillamente paragonare a una patrimoniale mascherata. “La casa è sacra e non si tocca”. Il grido di allarme è unanime dalle parti della maggioranza e del governo di centrodestra. Le criticità della nuova direttiva dell’Unione Europa sono sempre più evidenti e Confedilizia, per voce del suo presidente, lancia un’accusa pesante: “È una eco patrimoniale che mette a rischio 10 milioni di immobili

I rischi della direttiva Ue

Il testo della proposta direttiva europea non convince Confedilizia. Il documento europeo prevede che entro il 2030 le case dovranno avere una classe energetica E per poi raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050. Giorgio Spaziani Testa, presidente dell’associazione, lancia un grido d’allarme sulle colonne di Libero. La direttiva che chiede di migliorare la classe di efficienza energetica dei nostri immobili fa acqua da tutte le parti.“Il problema – spiega Spaziani Testa – è nel fatto che si pretenda di imporre, anziché incentivare, attività ritenute utili al bene comune”. La denuncia del presidente di Confedilizia è tranchant: “La direttiva è inaccettabile anche del merito”. Il testo così strutturato potrebbe non funzionare per tre macro motivi.

“In primo luogo, il patrimonio edilizio italiano risale a molto indietro nel tempo. Basti pensare ai centri storici delle nostre città a alle migliaia di borghi”. Il presidente dell’associazione pone al centro della critica la questione non trascurabile del nostro patrimonio storico e artistico. “Vogliamo davvero deturpare anziché proteggere un tesoro fatto di storia, arte e bellezza che il mondo ci invidia?”. Una domanda che esige una risposta chiara dell’Unione europea. I rischi della direttiva, e qui veniamo al secondo motivo, sarebbero un attacco al patrimonio immobiliare degli italiani. “Il nostro è un Paese a proprietà immobiliare diffusa. Imporre gli interventi previsti vuol dire obbligare a spese ingenti quasi la totalità degli italiani". Lo scenario disegnato da Spaziani Testa è da incubo: “Le prime due scadenze, quelle del 2030 e del 2033 – secondo le stime di Confedilizia – riguarderebbero circa 10 milioni di famiglie. I costi sarebbero esorbitanti: gli interventi immediati, quelli richiesti nella prima fase, secondo Spaziani Testa"costeranno almeno 10mila euro ad appartamento". Per quanto riguarda la seconda fase della direttiva le cifre aumentano a dismisura: "I lavori negli anni seguenti costeranno invece diverse decine di migliaia di euro". Il terzo motivo riguarda la forte presenza, soprattutto in Italia, di edifici caratterizzati da una proprietà condominiale, che rendono ancora più complesse la gestione di norme vincolistiche come quelle previste nella direttiva.

Le priorità del governo

Il fronte del “no” alla direttiva europea sta crescendo giorno dopo giorno. La levata di scudi da parte dell’esecutivo di centro destra è frutto di lunghe battaglie per difendere la casa e il patrimonio immobiliare italiano. Un ruolo importante per mettersi di traverso ed evitare l’euro stangata potrebbe giocarlo l’opposizione. Spaziani Testa individua nel gruppo parlamentare di Italia Viva una posizione costruttiva e dialogante. “Mi permetta di ricordare che ad esprimere forti critiche nei confronti della proposta di direttiva è stata anche una forza di opposizione, Italia Viva”.

Intanto il governo sta lavorando per scongiurare l’approvazione del documento a Bruxelles. Il capogruppo di FdI, Tommaso Foti, ha annunciato che presenterà una risoluzione in Parlamento per chiedere la governo di opporsi alla direttiva.

Alcune richieste arrivano anche dal presidente di Confedilizia: “A Giorgia Meloni abbiamo indicato alcune priorità: la riduzione della patrimoniale sugli immobili, il rilancio degli affitti commerciali e una maggiore tutela dei proprietari che affittano”.

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