RomaSilenzi, imbarazzi, incontri, carte da bollo e lunghe telefonate con Bruxelles. Ma alla fine Enrico Letta ordina la marcia indietro: l'Italia «revoca l'espulsione» di Alma Shalabayeva e della piccola Alua, moglie e figlia di Mukhtar Ablyazov, oppositore del presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaev, e apre un'inchiesta sul misterioso e affrettato rimpatrio delle due donne. «Ora possono rientrare in Italia», si legge nella nota di Palazzo Chigi, che spera così di aver risolto un pericoloso pasticcio diplomatico e di aver evitato le proteste già pronte della Ue e dell'agenzia Onu per i rifugiati. Caso chiuso? Vedremo.
Dura quasi tre ore il «lungo vertice» con i ministri Bonino, Alfano e Cancellieri per fare chiarezza sulla situazione, concluso con un comunicato con cui si affida al capo della polizia il compito di scoprire le colpe. «Faremo luce» aveva promesso Letta mercoledì alla Camera rispondendo durante il question-time. Adesso, dopo aver sentito ministri, prefetti, magistrati e servizi segreti, il premier ha le idee più chiare. L'espulsione, avvenuta di notte e con una certa violenza, è stata «un fatto grave», come «grave» è stata anche la «mancanza di informativa al governo». Dunque l'indagine di Palazzo Chigi ha stabilito che non ci sono responsabilità politiche perché i vertici dell'esecutivo non sapevano cosa stava succedendo.
Infatti, si legge, il procedimento aveva una sua «regolarità formale» e pure una sua «base legale», accertate e convalidate tra il 30 e il 31 maggio «da quattro distinti provvedimenti delle autorità giudiziarie di Roma: tribunale dei minorenni, giudice di pace, procura della Repubblica presso il tribunale e procura della Repubblica per i minorenni». Peccato che «l'esistenza e l'andamento delle procedure di espulsione non fossero state comunicate al governo: né al presidente del Consiglio, né al ministro dell'Interno e neanche al ministro degli Affari esteri o al ministro della Giustizia».
Ora, dopo aver sfiorato la crisi diplomatica internazionale, si proverà a rinfilare il dentrificio nel tubetto. Attraverso i canali diplomatici la Farnesina ha già trasmesso ad Astana la revoca dell'espulsione della moglie del dissidente: «La signora Alma Shalabayeva potrà rientrare in Italia, dove potrà chiarire la propria posizione». Suo marito Mukhtar Ablyazov, cinquant'anni, petroliere e grande nemico del presidente kazako, vive da tempo in esilio a Londra. Chiederà anche lei asilo politico?
Pd e Pdl approvano la decisione, mentre Sel e M5S presenteranno delle mozioni di sfiducia individuale nei confronti di Angelino Alfano.
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