Il "Festival del verde e del paesaggio" tra le cupole dell'Auditorium

La quarta edizione dell'evento registra un aumento dei visitatori del 35 per cento, rispetto al 2013. Una passeggiata di oltre un chilometro, tra giardini d'autore, balconi creativi, selezioni di piante rare e di "erbacce" sistemate ad arte

A Roma è «verdemania». Ben 7 mila visitatori al giorno invadono nel week end il giardino pensile dell'Auditorium della musica di Renzo Piano, per scoprire come piante e fiori possono riconquistarsi uno spazio tra cemento, asfalto e mattoni del tessuto urbano.
É in occasioni come la tre-giorni deil «Festival del verde e del paesaggio» che si scopre quanto la gente soffra del soffocante grigiore cittadino.
Lo dice il successo della passeggiata di oltre un chilometro, tra giardini d'autore, balconi creativi, selezioni di piante rare e di «erbacce» sistemate ad arte, corsi di giardinaggio per grandi e piccoli, performance musicali e angoli di letteratura, tavole imbandite e buon vino.
I visitatori sono il 35 per cento in più, rispetto al 2013. «Siamo molto contenti - dice l'organizzatrice e ideatrice del Festival, Gaia Zadra-, perchè intorno a noi vediamo un clima festoso e grande soddisfazione da parte di tutti. Espositori, visitatori, e tutti i partecipanti al Festival condividono con noi questa edizione che ha prodotto ottimi risultati».
La quarta edizione dell'evento dedicato al paesaggio, al piacere del giardinaggio, alla conoscenza delle piante e al design da esterni si trasforma in una festa familiare, in cui si possono scegliere alberi da frutto, bulbi, piante acquatiche e carnivore, rampicanti, cactus, rose antiche e moderne.
E si possono trovare mille idee di design su come arredare veri giardini, grandi terrazze e piccoli balconi nei 25000 metri quadri tra le cupole dell'Auditorium, dove sono ben 200 gli espositori .
Le varietà botaniche sono tante, quest'anno c'è per la prima volta in vendita al pubblico anche la rosa bianca e carnosa che il vivaio Barni di Pistoia ha dedicato alla grande stilista Micol Fontana, l'ultima delle tre famose sorelle, che ha appena compiuto 100 anni.
E poi, collezioni di iris, melograni e hydrangee, piante spontanee, gladioli nani ed erbacee da ombra.
Ma l'aspetto forse più interessante è quello culturale e «social», che mobilita ad esempio giovani progettisti under30 per un concorso che premia l'allestimento del tipico balcone di città.
C'è chi, nel piccolo spazio all'aria aperta, crea giochi di specchi barocchi e chi punta sulle atmosfere esotiche, chi arreda con fasci di tradizionali erbe da cucina e chi con intelligente ironia fa diventare il balcone una mini-palestra, con l'aiuto di una bicicletta rotta ad uso cyclette-vogatore.
É quest'ultimo progetto, «WorkOut» di Stefania Politi, a vincere il concorso «Balconi per Roma» .
I Premi del Festival vanno anche alle «Follie d'Autore», che trasformano dei fazzoletti di terra in «messaggi» per salvare il pianeta . Nella sezione, palestra creativa dei progettisti più attuali, primeggia l'istallazione di Matteo Aimini dal titolo « Micro Resilienza», realizzata da Sara Fontana, Matteo Roveda, Edoardo Ticozzi.
Il concorso letterario «Racconti sotto le foglie» lo vince Corrado Roda, con «Un prato di acqua verde». Per le «Avventure Creative», che avevano quest'anno il tema innamorarsi in giardino, il primo è «ALtrOVE... Oltre l'essenza» di Giulia Attardi, Eufemia Giannetti, Elisa Lumaca, Lorenzo Felicioni.
Mentre per la sezione «Giardini Applicati» vincitore è « U Giardino», di Maria Elena Marani.
Il premio al miglior vivaio va a S'Orrosa per la notevole selezione di rose da Tè, noisette, cinesi e ibridi di gigantea.
Possibile un giardino anche sulla caotica tangenziale est di Roma? Lo immaginano in vario modo gli studenti di architettura del Paesaggio dell'università La Sapienza e gli allievi dell'Accademia delle Belle Arti.
Al Festival ci sono anche i racconti appesi come foglie ai rami degli alberi ; i libri e le poesie offerti per delle brevi e comode soste nel percorso natural-letterario di un originale labirinto; le mappe stradali delle piante da frutto, soprattutto arance ma anche ciliegie, fichi e maldorli,che si trovano nella capitale e possono essere a disposizione di tutti, evitando sprechi e riavvicinando i cittadini alla natura grazie a marmellate e prepèarazioni varie .
Oltre ai migliori vivai italiani al festival partecipano grandi e piccoli marchi del design outdoor, con proposte classiche o inusuali.


I corsi di giardinaggio sono gratuiti per tutti i visitatori e organizzati con noti esponenti del vivaismo italiano, tra cui Vittorio Barni (rose), Roberto Taddei (ortensie), Vincenzo Nardi (erbacee) e Giuseppe Messina (agrumi).
L'Urban bBeauty tinta di verde si celebra in letture di libri sulla natura e in concerti, tra aperitivi «etici» e narrazioni di omeopatie urbane.
Di tutto e di più, quando è «verdemania».

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