Ruby bis, condannati Fede, Mora e la Minetti

Anche in questa sentenza i testimoni finiscono nel mirino delle toghe: la Procura dovrà valutare la posizione di ventinove persone

Ruby bis, condannati Fede, Mora e la Minetti
Tutti condannati. Come il processo parallelo a Silvio Berlusconi, anche il processo Ruby 2 finisce con l’accoglimento in pieno della linea della Procura della Repubblica: le feste a casa del Cavaliere ad Arcore non erano innocenti serate in compagnia o "cene eleganti", ma eventi fin dall’inizio destinati a degenerare, e a soddisfare le voglie sessuali dell’ex premier grazie alle prestazioni a pagamento di fanciulle compiacenti. È questo il senso della sentenza che oggi ha visto infliggere sette anni di carcere a Lele Mora e Emilio Fede e cinque a Nicole Minetti, tutti accusati di induzione alla prostituzione. Fede e Mora sono stati riconosciuti colpevole sia del primo capo d’accusa, relativo alle presenze ad Arcore di Kharima el Mahroug alias Ruby, che all’epoca dei fatti era minorenne e il cui arruolamento è stato punito per questo con particolare severità; sia del capo relativo a tutte le altre ragazze, quelle che in buona parte erano ospiti del palazzo di via Olgettina, a Milano 2, e che "Olgettine" sono per questo state ribattezzate. Nicole Minetti invece è stata assolta per il capo d'accusa relativo a Ruby.

Il rischio di una sentenza che smentisse quella inflitta a Berlusconi è stato dunque scongiurato: e di fatto la sentenza di oggi e quella che lo scorso 24 giugno rifilò sette anni di carcere anche al Cavaliere si sorreggono a vicenda. Chiamati a valutare sostanzialmente il medesimo quadro di prove, di testimonianze, di intercettazioni, due tribunali composti da giudici diversi approdano alle stesse conclusioni. Vengono credute le ragazze che hanno parlato di festini hard. E non vengono credute le altre, Ruby in testa, che proprio nell’aula di questo processo venne a negare di avere mai subito avances sessuali da parte di Berlusconi. La testimonianza di Ruby viene trasmessa insieme a quella di altri testimoni alla procura perché proceda per falso, insieme a quella di molti altri testimoni.

Vengono trasmessi gli atti alla procura anche perché proceda nei confronti di Silvio Berlusconi e dei suoi difensori Niccolò Ghedini e Piero Longo, verificando se attraverso l'avvocato Luca Giuliante abbiano tentato di addomesticare la testimonianza di Ruby. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Annamaria Gatto senza che nessuno degli imputati fosse presente in aula. Lele Mora, l'unico che era apparso stamattina in apertura di udienza, ha preferito non assistere alla lettura del verdetto. Erano presenti invece alcune delle ragazze che si sono costituite parte civile, come Ambra Battilana, Chiara Danese e Iris Berardi.

A rappresentare la Procura della Repubblica, oltre al procuratore aggiunto Piero Forno e al pm Antonio Sangermano, c'era il capo, Edmondo Bruti Liberati che anche in questo caso, come nel processo a Berlusconi, ha voluto rivendicare in questo modo all'intera Procura la paternità dell'inchiesta Ruby.

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