"Sì al dialogo". Il centrodestra apre sul salario minimo (ma con una sua proposta)

Il testo delle opposizioni andrà in Aula giovedì. Forza Italia pronta a presentare una proposta per adeguare le retribuzioni. Si va verso l'incontro tra Calenda e Meloni. Conte: "È un primo passo"

"Sì al dialogo". Il centrodestra apre sul salario minimo (ma con una sua proposta)
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Il centrodestra apre al dialogo sul salario minimo e si prepara a mettere sul tavolo un proprio schema. La disponibilità al confronto della coalizione è testimoniata dal fatto che in commissione Lavoro della Camera non è stato votato l'emendamento che prevedeva l'intera soppressione: la proposta di legge presentata dai partiti al di fuori della maggioranza andrà direttamente all'esame di Montecitorio nella giornata di giovedì. Si andrà in Aula, senza il mandato del relatore, con il testo base e da lì verranno pianificate le prossime mosse in merito.

La decisione è stata rivendicata dal meloniano Walter Rizzetto: il presidente della commissione Lavoro della Camera ha spiegato che questo passaggio è la perfetta dimostrazione dell'attenzione riservata dalla maggioranza all'interlocuzione con le opposizioni. Il deputato di Fratelli d'Italia ha fatto notare che "appena possibile" si tornerà in Commissione in modo da poter approfondire questa ed altre proposte che arriveranno anche dalla maggioranza. Il sottosegretario Claudio Durigon ha riconosciuto l'importanza di affrontare il tema dei salari bassi e ha garantito che insieme alle opposizioni verranno studiate le "soluzioni per un tema così annoso".

Non a caso, stando a quanto appreso e riferito dall'Ansa, Forza Italia starebbe ultimando una proposta per adeguare tutte le retribuzioni agli standard della contrattazione nazionale. Tra l'altro è passato un ordine del giorno della maggioranza che impegna il governo a portare avanti un monitoraggio dell'applicazione dei contratti nazionali di lavoro e a evitare "qualsiasi forma di intervento che spinga al ribasso i salari medio bassi". E non si esclude la possibilità che il centrodestra possa presentare una proposta unitaria.

Non è una sorpresa: l'idea della mediazione era nell'aria ormai da giorni. Anche perché questa mattina Giorgia Meloni ha fatto registrare un passo in avanti di non poco conto: il presidente del Consiglio ha posto l'attenzione sul fatto che un confronto è serio solo se si ha il giusto tempo per sostenerlo. Quello del salario minimo è senza alcun dubbio uno slogan che funziona bene a livello di impatto mediatico, ma nella sostanza delle cose bisogna muoversi con prudenza per evitare effetti boomerang. Da qui l'ipotesi di proporre una sospensiva per un paio di mesi per riprendere in mano la questione in autunno.

Per Giuseppe Conte si tratta di "un primo passo" anche se lo reputa "non decisivo". Il presidente del Movimento 5 Stelle pretende un'idea concreta da poter analizzare nel dettaglio. Dal suo canto Carlo Calenda ha espresso fiducia su un punto di convergenza: la prossima settimana potrebbe incontrare il presidente Meloni per un confronto di persona.

"Noi possiamo fare due scelte: o andare allo scontro e farci sconfiggere perché non abbiamo la maggioranza e poi dire che abbiamo comunque presentato il salario minimo, o cercare di farlo (che non è detto che ci riusciamo). Io sono per il secondo approccio", ha affermato il leader di Azione.

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