Per Salis la giustizia è cancellare i reati

Le parole di Ilaria Salis corrispondono ai principi della sinistra

Per Salis la giustizia è cancellare i reati
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Gentile Direttore Feltri,
Ilaria Salis dice che il governo, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e qualsiasi altro cittadino non possono commentare il processo a Salvini perché è la magistratura che deve decidere che il leader della Lega non è colpevole. La stessa signora ha spiegato che il carcere italiano è razzista e che la prova risiede nel fatto che ci sono tanti o troppi extracomunitari dietro le sbarre. Sempre Salis ha giustificato le violenze contro i fascisti, o quelli che lei considera e chiama «fascisti», che sono brutte persone che meritano ogni male, anche di essere picchiati. Perché Fratoianni e Bonelli non intervengono per zittire questa signorina che non sta facendo altro che affermare stronzate? La sinistra non ci sta facendo una bella figura.
Gennaro Siano

Caro Gennaro,
tu mi chiedi perché Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli non invitino la loro protetta ad adottare un linguaggio più consono al ruolo e argomentazioni che siano più rispettose delle istituzioni e dei principi posti a fondamento della nostra democrazia. Giusto? Ebbene, non lo fanno perché le boiate che sputa dalla bocca l'europarlamentare Salis, la quale si è conquistata un seggio in Europa in virtù del fatto che era sotto processo in Ungheria per avere preso a botte alcuni manifestanti rei di non pensarla come lei e i suoi compagni facenti parte della cosiddetta banda del martello, sono condivise sia da Fratoianni che da Bonelli, soggetti della sinistra radicale. Essa, che assume posizioni sempre più estremistiche e un volto sempre più deforme e mostruoso, di fatto giustifica la violenza quando questa è indirizzata contro una certa parte politica, giustifica certi delitti, come l'occupazione abusiva, giustifica certe condotte criminali, come l'ingresso illegale in Italia, giustifica certi delinquenti in base al colore della pelle, in quanto muove dal presupposto che il migrante è sempre povero e indifeso, vittima di noi italiani, che siamo, invece, razzisti, fascisti, sessisti, ignoranti e colpevoli. Colpevoli pure dei delitti dei migranti, che sbagliano perché noi non li abbiamo amati abbastanza, accolti abbastanza, compresi abbastanza, integrati abbastanza, sfamati abbastanza. Da qui l'idea che gli extracomunitari in carcere siano detenuti non perché hanno errato, ovvero compiuto crimini, bensì perché noi, essendo razzisti, li abbiamo presi e rinchiusi allo stesso modo in cui Adolf Hitler rinchiudeva gli ebrei nei lager.

Hai trascurato di menzionare la proposta di Salis di cancellare i reati cosiddetti minori. Ma non esistono reati minori, a mio avviso. O, se esistono, non sono meno perniciosi di quelli maggiori, ossia gravi. Anzi, di questi ultimi i primi sono il preludio. Ecco perché non devono essere assolutamente tollerati, ecco perché non devono essere aboliti. Chiunque deve rispondere della sua condotta, tanto più ove il comportamento posto in essere lede qualsiasi diritto o libertà altrui. Impedire che questo avvenga, perdonare tutti, passarci sopra, fare finta di niente, non punire, adottare la clemenza, sopportare la piccola delinquenza e vederla come un male congenito che non si può in alcun modo contrastare o estirpare dalla società, come fosse un fenomeno naturale, è pericoloso, in quanto incancrenisce il male all'interno della comunità stessa e induce la cittadinanza a credere che lo Stato sia assente, che rispettare le regole sia inutile, che tutto sia possibile e concesso. Nei ragazzi ancora di più tale permissivismo sfrenato, auspicato e incoraggiato dalla sinistra, infonde un senso di irresponsabilità e anche di impunità. E ricordo che Salis vuole la chiusura delle carceri minorili, come se i giovanissimi che intraprendono la strada della devianza non debbano essere immediatamente corretti, in primis per il loro bene.

Questi, caro Gennaro, sono i principi della sinistra. Non sono soltanto le farneticazioni di questa signora, la quale, dall'alto della sua supponenza e della sua ignoranza, considera valida la presunzione di innocenza soltanto se a lei applicata. Ella è innocente a prescindere e può dichiararlo, affermarlo, urlarlo, sono i magistrati e gli inquirenti ungheresi a sbagliare.

Salvini, invece, non può dirsi innocente né può essere reputato tale, quantunque la Costituzione, quella sconosciuta, sia chiara su questo punto: l'imputato deve essere ritenuto innocente fino al terzo grado di giudizio. La rinuncia a tale regola o la sua applicazione arbitraria è una coltellata al cuore dello Stato di diritto.

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