Sallusti ai lettori del Giornale: "Il Quirinale è la chiave. Ecco perché la maggioranza potrebbe staccare la spina al governo"

Il direttore del Giornale all'incontro con i lettori ad Abano: "Almasri? Comunicato male, ma c'è la ragione di Stato. Se c’è un criminale pericoloso da rimandare in Libia lo mettiamo su Ryanair tra le famiglie coi bambini?"

Sallusti ai lettori del Giornale: "Il Quirinale è la chiave. Ecco perché la maggioranza potrebbe staccare la spina al governo"

“Io sindaco di Milano. Sarei totalmente incapace”. “Se c’è un criminale pericoloso da rimandare in Libia lo mettiamo su Ryanair?” “Sinner? Fortissimo, ma un robot non mi scalda il cuore”. È un Sallusti a tutto campo quello che ieri sera ha chiacchierato per due ore e mezza con i lettori del Giornale all’hotel Mioni Pezzato di Abano Terme.

Il direttore ha spaziato su ogni argomento, a partire dall’indagine aperta sulla premier Giorgia Meloni per il rimpatrio del generale libico Almasri: “L’ultima notizia in ordine d’importanza è che il pm di Roma che ha indagato Meloni, Francesco Lo Voi, abita a Palermo, e tutti i week end prendeva l’areo di stato, da Roma e ritorno. Tre mesi fa il governo ha detto basta, prendi un volo di linea. Allora: è forse forzato dire che ha il dente avvelenato? Ma a pensare male forse non si fa peccato”. Certo, dice Sallusti, “quello che e successo è forse stato comunicato male. Ma c’è la ragione di Stato e quando un governo, qualunque, ritiene che ci sia un pericolo, va disinnescato a qualunque costo, per una ragione superiore. Che in questo caso riguarda un soggetto che può farci molto male. Con l’immigrazione, gli attentati; e poi in Libia noi abbiamo 15mila italiani stanziali e una presenza importante dell’Eni. Non basta? E poi certo che si usa l’areo di Stato: cosa fai, lo metti su Ryanair in mezzo a famiglie e bambini?” E non regge nemmeno la storia dell’atto dovuto. “Non è vero. Se uno di noi avesse fatto un esposto a Draghi per il green pass sarebbe stato irricevibile. In ogni caso questa vicenda finirà in niente: andrà al tribunale dei ministri. Se questo proprio lo dovesse mandare avanti, poi la parola passa al Parlamento che non darà mai l’autorizzazione a procedere. Quello che resta è solo il danno di reputazione dell’Italia in tutto il mondo”.

Ma c’è un complotto dietro? “Il disegno – dice Sallusti - è far cadere questo governo. Poi non credo ci sia un’unica regia, ma una parte del sistema si sta muovendo, ci sono tanti indizi. Quando quest’estate il Giornale ha scritto che stavano per indagare Arianna Meloni, tutti a dire che non era vero niente, Sta di fatto che fino a quel momento, da mesi, Arianna era sui giornali più della sorella. Fateci caso: dopo quella prima pagina Arianna è sparita dai radar. In altre parole abbiamo sventato quel tipo di operazione”. Analogie con quanto successo a Renzi? “Sì ma c’è una grossa differenza. Quelle iniziative erano fuoco amico. Venivano dallo stesso Pd. Oggi non vedo queste condizioni nel centro destra”.

Fin dove vuole arrivare Meloni? “Quando ho scritto il libro intervista, mi ha detto che non vuole essere un follower, bensì un leader: una donna che non dice quello che la gente viole sentirsi dire, ma porta avanti le sue idee. Questo mi ha impressionato. A Meloni non interessa governare. Quello che vuole è cambiare il Paese. Il governo è lo strumento da utilizzare. E per farlo non bastano 5 anni, ce ne vogliono 10. E per resistere 10 anni non puoi fare il matto”.

Un esempio di come può cambiare il Paese viene forse dall’offerta lanciata da Mps, partecipata dal governo, su Mediobanca? “Semplifico all’estremo: qui il tema è Generali, di cui Mediobanca detiene il 13%, compagnia che gestisce 650 miliardi di risparmio degli assicurati con 37 miliardi in Btp. Ma hanno deciso di allearsi con i francesi di Natixis. Questa operazione porta risparmio e debito pubblico in mani straniere quando questo governo sta cercando di fare il contrario, portare il debito in casa nostra. Allora , in estrema sintesi, prendiamoci Mediobanca per impedire ai francesi di prendere Generali. E Il governo vede di buon occhio questa operazione. Ma Mps è una banca privata, non è dello stato. Qui c’è una banca privata che scala un’altra privata”.

Il vero cambiamento, in ogni caso, deve passare dal Quirinale. “In Italia siamo di fatto una repubblica presidenziale, non parlamentare. E la sfortuna del centro-destra degli ultimi 30 anni e non avere mai incrociato l’elezione dal presidente della Repubblica avendo la maggioranza delle due Camere. Eleggere il prossimo inquilino del Colle sarebbe un volano enorme per il cambiamento. Ebbene: augurando lunga vita al Presidente Mattarella, a votare il suo successore nel 2029 non sarà questo Parlamento, che scade nel 2027, ma il prossimo. Allora io credo che in maggioranza stiano facendo bene i conti per staccare la spina un po’ prima della scadenza, saranno 12 o 14 o 18 mesi non so, per evitare di perdere le elezioni e per avere la certezza di eleggere il presidente della Repubblica”. E per entrare finalmente al Quirinale.

Dove, invece, non è andato Sinner, il campione italiano del momento. “Ma io ha amato i campioni disperati. Pantani, Maradona, Paolo Rossi. I robot non mi scaldano il cuore. L’unico momento è quando è stato male, in Australia”. Un robot poco amato anche da altri. “La vicenda doping non la vedo bene perché, come diceva Giolitti, per gli amici le leggi si interpretano, per i nemici si applicano. E per Sinner rischia di essere così: quando non concedi nulla a nessuno, tutti si mettono contro di te. I cannibali non piacciono mai”.

Come finirà, invece, nelle regioni, con il terzo mandato? “Non so se i Fratelli d’Italia hanno una classe dirigente all’altezza per le Regioni. Non per mancanza di capacità, ma di esperienza, non avendo mai governato. Se non volgiamo essere ipocriti questo problema ce l’hanno. Comunque io credo che alla fine il Veneto resterà alla Lega e la Lombardia andrà a FdI”. E Sallusti sindaco di Milano? “Non bisogna confondere notorietà con capacità.

Se me lo proponessero risponderei come già avvenne più di 10 anni fa quando mi chiamò ad Arcore Silvio Berlusconi. Tocca a te, mi disse. Ma anche se fare il sindaco di Milano è tanta roba, non potei accettare. Per manifesta incapacità”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica