Sara, spinta al suicidio dai cyberbulli

Dramma nel Padovano: 14enne si butta giù dall'ottavo piano. "Fai schifo, ammazzati!" Sotto accusa Ask, la chat dell'odio

Su, per otto piani, fin sopra la terrazza di un hotel abbandonato di Cittadella (Padova). Poi, giù, per 30 metri. Ma quel volo mortale Sara, 14 anni, l'aveva cominciato da giorni, forse da mesi. Una lenta ma implacabile discesa nel vuoto provocata anche da mani invisibili; dita malvagie che graffiano sulla tastiera scrivendo in rete cose orribili, del tipo: «Fai schifo come persone, ucciditi!». E per risultare ancora più odioso, il web-aguzzino di Sara ha postato sul profilo della ragazza pure il link del trailer cinematografico Suicide room. Sara - in crisi come a volte può essere solo un'adolescente - è stata sopraffatta da tanta cattiveria e si è tolta la vita. E ora eccoci qui a maledire, per l'ennesima volta, le pagine virtuali del social Ask.fm, dove ognuno può anonimamente fare le domande più vigliacche e dare le risposte più infami. Sara era entrato in questo meccanismo diabolico, senza più essere capace di uscirne. Subissata di insulti senza motivo. Come porre argine a quella marea a di fango? Sara la soluzione l'ha trovata nel modo più disperato: in cima a una terrazza maledetta.

Incomprensibile, in un primo tempo, sembrava la decisione della Procura di Padova di non procedere con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Cosa sarebbero infatti quei messaggi che «invitavano» Sara a togliersi la vita, se non una clamorosa istigazione al suicidio?

Poi dalla Procura di Padova c'è stato un cambio di rotta, con il pm che quantomeno ha aperto un fascicolo di «per atti relativi» sulla morte dell'adolescente. E ora speriamo si indaghi anche su Ask, che si sta trasformando in una chat di morte. «Scusatemi, sarò con voi e vi guarderò da lassù» ha scritto Sara in un messaggio lasciato all'amica del cuore. Poi un disegno con un cuore che si sta spezzando in due: «Basta stupido mondo».
Ma la 14enne era iscritta anche ad Ask la chat diventata «famosa» dopo il suicidio di Hannah, la 14enne inglese che il 2 agosto scorso si impiccò, vittima dei cyberbulli. La stessa dinamica in cui rimasta stritolata Sara che su Ask era registrata col nome di Amnesia.

Contro di lei anche il seguente post da brivido: «Spero che uno di questi giorni taglierai la vena importantissima che c'è sul braccio. E morirai!». Chi l'ha scritto va individuato e punito. Criminale o «malato» che sia.

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