Schlein e i compagni ora ringraziano "San Ballottaggio" per una mezza vittoria

Il centrosinistra festeggia grazie al secondo turno. M5s conferma il trend: ormai è tramonto

Schlein e i compagni ora ringraziano "San Ballottaggio" per una mezza vittoria
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Il conteggio dei voti è iniziato da appena un'ora quando Elly Schlein prende il telefono e chiama i neo-sindaci in pectore dei due principali capoluoghi che si confermano per la sinistra, Firenze e Bari, e si congratula con Sara Funaro e Vito Leccese.

Un modo mediaticamente efficace per mettere subito il cappello su quello che rivendica come un buon successo per il centrosinistra, almeno nelle Comunali: «Una vittoria storica», si slancia la segretaria dem. «Abbiamo vinto tutti e sei i capoluoghi regionali, strappandone tre alla destra (Cagliari, Perugia e Potenza, ndr)». Si spostano da destra a sinistra anche Pavia a nord e Vibo Valentia nel profondo sud.

La lettura del fronte opposto è ovviamente diversa: quella del centrosinistra è solo una mezza vittoria. A sera il meloniano Giovanni Donzelli distilla il contromessaggio: «Cresciamo più noi del centrosinistra, strappandogli Lecce, Rovigo, Verbania e Caltanissetta: in pratica vinciamo 4 a 3».

Si sa che nel dopo- elezioni la matematica diventa immediatamente un'opinione, in modo bipartisan. Ma il trend favorevole al centrosinistra nel secondo turno si conferma: mentre il centrodestra ha difficoltà a richiamare alle urne tutti i propri supporter, il ballottaggio è, per partiti di opposizione, l'unico vero catalizzatore di una coalizione che - al momento - non esiste.

Firenze e Bari erano la linea del Piave di questa tornata elettorale: un ribaltone in due storiche capitali «rosse» avrebbe segnato un successo epocale per il centrodestra. Nel capoluogo toscano il post-Nardella aveva spaccato la sinistra in tre (Pd, Renzi e M5s), mentre a Bari l'ondata scandalistico-giudiziaria contro Antonio Decaro e il boss della regione Michele Emiliano aveva fatto traballare decenni di dominio incontrastato, e spinto i Cinque Stelle sulle barricate nella speranza di lucrare qualcosa. Ma il tonico dei risultati alle Europee, e la necessità di rifluire tutti insieme al secondo giro contro i candidati della destra hanno reso il traguardo inaccessibile. In casa dem se ne traggono alcune conseguenze: la maggioranza meloniana tenterà di estirpare il ballottaggio: «Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative», dice chiaro e tondo il presidente del Senato La Russa. E se nel voto comunale il percorso per tornare indietro è complicato, «nella legge elettorale nazionale da abbinare al premierato», ragiona il responsabile Riforme Alessandro Alfieri, «cercheranno di neutralizzarlo con la soglia del 40% per le coalizioni».

Secondo, la recente riforma sull'Autonomia non mobilita l'elettorato: «Anzi, il voto al Sud la boccia inesorabilmente», dice la capogruppo Pd Chiara Braga. Infine, l'indebolimento dei Cinque Stelle spinge inevitabilmente Giuseppe Conte ad aggrapparsi alla locomotiva Pd: «I cittadini premiano i progetti di intesa tra le forze di opposizione», fa dettare l'ex premier alle agenzie. «È un dato che conforta e incita a continuare a lavorare insieme per l'alternativa». Il tramonto delle Cinque Stelle, già visto col risultato da discount delle Europee, si conferma anche ai ballottaggi. Il partito contian-grillino aveva due sindaci uscenti, a Caltanissetta e Campobasso, e li ha persi entrambi: il primo a vantaggio del centrodestra, il secondo del Pd. L'unica soddisfazione, per il povero Giuseppe Conte, arriva dal suo amato Padre Pio, il barbuto santone con stimmati di cui l'ex premier portava la foto nel taschino, sotto la pochette: è nella miracolosa ridotta di San Giovanni Rotondo, provincia di Foggia, che il foggiano ex premier ha chiuso la campagna elettorale a fianco del suo candidato Barbano. Che alla fine, miracolo, ha vinto. Ma sono soddisfazioni relative: a Bari il candidato La Forgia, che M5s aveva schierato contro il dem Leccese, cercando di cavalcare l'onda «manipulitista», è stato facilmente sbaragliato al primo turno.

A Potenza, riconquistata al ballottaggio da un candidato scelto dal Pd, M5s ha incassato appena il 3% al primo turno sul suo uomo. Per il resto, i grillini hanno «vinto» solo dove si sono accodati al Pd. E Conte ne prende atto.

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