La Cisl non seguirà le altre due grandi organizzazioni sindacali, la Cgil e la Uil, che sciopereranno e scenderanno in piazza contro la manovra finanziaria del governo Meloni. A spiegare i motivi di questa scelta è stato il segretario generale Luigi Sbarra, il quale ha rilasciato un’intervista al quotidiano Libero.“Non mi sento isolato – ha detto – la linea della Cisl è coerente con la sua storia e con il suo profilo responsabile, propositivo, pragmatico, autonomo, contrattualista e partecipativo della rappresentanza sociale. Rinviamo al mittente ogni critica strumentale”. Ha deciso di intraprendere la strada della collaborazione il segretario Sbarra evitando strumentalizzazioni e demagogia. D’altronde il periodo non è semplice e il rischio che la rabbia sociale possa esplodere da un momento all’altro è reale.
La crisi economica
“La situazione del nostro Paese non è facile – ha sottolineato il sindacalista – tra aumento della povertà, disoccupazione, precarietà del lavoro e un'inflazione che viaggia oltre il dodici per cento e mette in difficoltà milioni di famiglie”. Sbarra non nega che le difficoltà sono tante, ma è convinto che si possono governare senza colpi di testa.“C'è molta tensione – ha ammesso – e anche molta voglia di cavalcarla. Per fortuna il nostro Paese ha anticorpi forti e uno di questi è quell'area sociale riformista che si oppone alla protesta radicale, canalizzando il malcontento verso forme di mobilitazione responsabile e costruttive”.
Le richieste al governo
La Cisl, comunque, dialoga costantemente con il governo Meloni al quale ha chiesto una serie di provvedimenti. È stato lo stesso Sbarra a elencarli. “In primo luogo – ha spiegato – chiediamo di ristabilire la piena indicizzazione delle pensioni. Il ridimensionamento della perequazione porta alle casse dello Stato 6 miliardi in due anni: un'operazione inaccettabile, considerando anche che quota 103 costa circa 750 milioni". In tema di lavoro, invece, la Cisl è contraria all’estensione dei voucher, ai vincoli introdotti su Opzione donna e chiede che vengano rafforzati gli strumenti di tracciabilità fiscale e di lotta all'evasione. Sul piano delle risorse, infine, il sindacato auspica maggiori investimenti nella sanità, nelle scuole e per i servizi sociali.
La contrattazione
Per giovedì 15 dicembre è stata convocata a Roma un’assemblea nazionale della Cisl per intensificare la pressione nei confronti del governo. “Lo sciopero non è un tabù – ha evidenziato Sbarra – ma in questo momento non è lo strumento giusto. Davanti alle sfide che ci attendono e alle difficoltà di una crisi aggravata da guerra e inflazione occorre un grande senso di responsabilità da parte di tutti”. La risposta del governo sembra per il momento soddisfare l’organizzazione sindacale. Fondamentale sarà l’apertura del tavolo politico annunciato dal premier Giorgia Meloni sulla riforma delle pensioni, su salute e sicurezza. Si dovrebbe partire dal prossimo 12 gennaio.
La legge di Bilancio
Sulla manovra, al netto delle critiche, la Cisl ha apprezzato il taglio del cuneo fiscale sul lavoro, così come l'innalzamento della soglia Isee a
15mila euro per gli sconti in bolletta. Importante anche l'esonero contributivo per stabilizzazioni e assunzioni di giovani e donne fino a 36 anni, ma bisognerebbe incrementare il tetto della decontribuzione oltre 6mila euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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