Quante bufale sulla polizia, la tregua di Trump e Di Maio: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la nuova scuola di Valditara, lo scudo penale agli agenti e la Striscia di Gaza

Quante bufale sulla polizia, la tregua di Trump e Di Maio: quindi, oggi...

- Il debito pubblico sfonda quota 3mila miliardi. Ripeto: 3mila miliardi. E noi siamo ancora qui che finanziamo film “culturali” che nessuno guarda e marchette varie totalmente inutili.

- Sullo scudo penale per la polizia si sta mettendo in scena un grandissimo caos. Di cosa si tratta? E soprattutto: di cosa avrebbero davvero bisogno gli agenti? La proposta è sul tavolo, la sinistra protesta parlando di “idea inaccettabile e pericolosa” mentre la destra si divide sulle modalità per arrivare all’obiettivo. Intanto partiamo dal fatto che “scudo penale” è una definizione sbagliata, molto giornalistica ma poco aderente alla realtà, tant’è che il ministro Carlo Nordio ha confermato che non se ne è mai parlato in questi termini. Nessuna “impunità” per i poliziotti, insomma. Semmai l’obiettivo è quello di evitare che a suon di “atti dovuti” con l’iscrizione nel registro degli indagati si rovini la vita agli agenti e ai carabinieri che nello svolgere le loro funzioni si ritrovano invischiati procedimenti vari. Per le forze dell’ordine che agiscono in piazza non serve l'immunità funzionale tipo quella dei ministri o dei parlamentari. Serve che non paghino neppure un euro per ciò che accade durante il servizio a meno che non venga riconosciuta una loro responsabilità penale, a sentenza definitiva. Quindi lo Stato deve a) coprire i costi degli avvocati; b) pagare ogni altra spesa correlata, come le varie perizie che dovessero risultare necessarie; c) non bloccare la carriera né spostare ad altro ruolo chi risulta indagato. Poi la giustizia farà la sua strada, ma poliziotti e carabinieri, come tutti gli italiani, sono innocenti fino a prova contraria: l’agente non può rimetterci soldi propri per poi risultare, anni dopo, innocente e tanti saluti. Altrimenti chi glielo fa fare di difendere l’ordine pubblico beccandosi bombe carta in faccia dai violenti?


- La nuova scuola di Valditara prevede latino alle medie, studio della Bibbia, poesie a memoria e più storia d’Italia. Tutto giustissimo. Però io avrei aumentato l’inglese (siamo i più caproni del mondo sull’argomento) e soprattutto le materie tecniche: in futuro avremo bisogno di lavoratori specializzati, non di tanti latinisti.

- Però per carità: le grafic novel no. E peggio mi sento per “l’attenzione ai temi della responsabilità ambientale”.

- Interessante articolo di Federico Fubini sull’economia della Russia che, a sua detta, sarebbe in crisi. Soprattutto sul lato del gas (riduzione delle esportazioni, tagli di dipendenti per Gazprom) mentre starebbe crollando anche la produzione di grano. Due appunti. Il primo: se Mosca sta male, Bruxelles non sorride. Sarà anche vero che Gazprom licenzia operai, ma non è che l’industria dell’automitive europea - la più importante manifattura del continente - stia facendo molto di meglio. Secondo. L’incipit del suo articolo è il seguente: “Da quando è diventato chiaro che le sanzioni occidentali lasciavano molte falle e il Cremlino ha preso le sue contromisure…”. Eppure era sempre Fubini che nel 2022 ci assicurava che “le sanzioni alla Russia stanno funzionando” prevedendo che “la popolazione indubbiamente soffrirà”. Tutto e il contrario di tutto, ma un tantino smentito dai fatti al momento. Articolo interessante, insomma. Ma possiamo fidarci?

- Pare che Juan Bernabé si sia barricato dentro Formello, il centro sportivo della Lazio dove viveva da 15 anni. Sostiene che la pubblicazione della fotografia col pene eretto sia stata un errore. E che voleva solo promuovere la chirurgia medica per chi soffre di disfunzioni erettili. Perdonalo, Lotito. Così almeno vedremo di nuovo volare Olimpia.

- L’Unione Europea sostiene che nel Golfo Luigi Di Maio abbia fatto un ottimo lavoro e quindi pensa di rinnovargli incarico e stipendio. Più miracolato di lui, nessuno mai.

- Vitalba Azzolini non ci sta. E dopo che Zuckerberg ha fatto marcia indietro sulla censura insiste nel dire che così Facebook favorirà la “disinformazione”. Ma è una bufala. È la bufala che utilizzano i regimi per sostenere la propaganda a senso unico e la censura di chi la pensa diversamente. In democrazia le fake news si combattono con l’essere autorevoli e con l’istruzione, non limitando la circolazione delle notizie poco gradite tramite un algoritmo.

- Grande notizia: Hamas e Israele raggiungono un accordo per la tregua. Esultiamo, ma senza esagerare: non c’è niente di più traballante di un patto simile, solo gli armistizi con un vincitore schiacciante di solito reggono a lungo. Non si può non notare, tuttavia, l’accelerazione avuta da quando Donald Trump ha spedito il suo consigliere per il Medio Oriente a trattare i termini dell’accordo. Pare che fosse presente alla firma finale. Continueranno a dargli del pazzo, ma un primo risultato l’ha già ottenuto.

- Lo sconcertante articolo del Fatto quotidiano sugli scontri di piazza di questi mesi, dice: “Agenti e militari sono stati aggrediti per lo più a distanza con lanci di oggetti e petardi e bomboni. Alcuni si sono fatti male. Non hanno indietreggiato, ma nemmeno hanno spaccato la testa a tutti. La gestione dell’ordine pubblico è stata piuttosto ragionevole, nella consapevolezza di avere di fronte giovani e giovanissimi arrabbiati, in parte stranieri di seconda o terza generazione, organizzati se va bene in gruppi e collettivi studenteschi e non, senza punti di riferimento solidi nemmeno nei centri sociali, che rischiano le botte e i processi per esprimere tensioni reali”. Siamo seri? Cioè il fatto che i manifestanti lancino “oggetti, bomboni e petardi” addosso agli agenti è una cosa quasi positiva? I giovani arrabbiati sono da considerare eroi perché “rischiano le botte e i processi per esprimere tensioni reali”? Attenzione signori, perché qui stiamo rovesciando la frittata. Esprimere tensioni sociali è possibile anche senza spaccare lo scudo ad un poliziotto. Anche senza cercare di sfondare zone rosse. Anche senza assaltare commissariati, senza urlare loro “sbirri di merda”, “cani”, “stronzi”, “assassini”. Non c’è tensione sociale che giustifichi il lancio di bombe carta contro padri di famiglia.

Non c’è tensione sociale che autorizzi un ragazzino a sradicare un cartello stradale e ad utilizzarlo come ariete contro un carabiniere. È semplice semplice. E se non siamo in grado di comprendere questo, non c’è scudo penale che tenga. Qui servirebbe un Tso collettivo.

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