Titoloni per l’avviso di garanzia, mesi di paginate e paginate sulla vicenda giudiziaria, solo poche righe per l’assoluzione. Soprattutto, se l’accusato si chiama Silvio Berlusconi.
Per molti giornali c’è Notizia e notizia. Quella da esaltare e quella da nascondere, alla faccia del dovere di cronaca.
Succede, così, che la rassegna stampa di ieri sulla fine per l’ex premier del caso Mediatrade, riservi molte sorprese.
Non merita grande risalto, soprattutto sui quotidiani che abitualmente cavalcano con furia le campagne giudiziarie anti Cav, che la Cassazione abbia prosciolto l’ex premier dalle accuse di frode fiscale e appropriazione indebita, semplicemente perché «non ha commesso il fatto». E cioè l’acquisto, a prezzi ritenuti gonfiati, dei diritti tv dalle major americane da parte del gruppo Mediaset.
Ecco, la conferma del proscioglimento di Berlusconi già deciso dal gup, Maria Vicidomini, ma impugnato con un durissimo ricorso dei pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro che hanno attaccato pesantemente la collega, merita poche righe e titoletti quasi invisibili su giornali che hanno versato fiumi d’inchiostro in passato su questa storia. Come La Repubblica, come Il Fatto, come L’Unità. Ma anche come Il Corriere della Sera.
Ora che la conclusione della vicenda giudiziaria non va per il verso forse sperato e che Berlusconi non finisce crocifisso, basta proprio il minimo per assolvere all’obbligo di passare ai lettori la notizia scomoda. Magari, facendo di tutto perché non la vedano, affogata com’è da tanto altro più importante.
Diamo un’occhiata ai quotidiani di ieri. La Repubblica dedica alla faccenda un mezzo colonnino, seminascosto a pagina 12; L’Unità le ritaglia un box grigiastro, in fondo a pagina 8; Il Fatto, malvolentieri, concede un riquadro ancor più piccolo a pagina 4. E Il Corriere della Sera riserva all’atto finale per l’ex premier del caso Mediatrade solo una spalletta a pagina 25, dando ampio spazio in tutta la prima parte del pezzo alle tesi (sconfessate dalla Cassazione) dei pm milanesi, che hanno ferocemente accusato la collega gup di aver prosciolto il Cavaliere peccando di «illogicità», «arbitrarietà», «svalutazione» delle prove, «travisamento» delle testimonianze, «errori e «illazioni opinabili».
Poche righe, piccoli titoli, caratteri poco visibili, posizione defilata. Tanta delusione, ora che Berlusconi esce pulito dalla battaglia giudiziaria e la giudice Vicidomini ottiene la benedizione della Suprema Corte e prima ancora la difesa di chi al Palazzaccio rappresenta l’accusa, cioè il sostituto Procuratore generale Gabriele Mazzotta.
Si dirà che era una giornata densa di pesanti notizie di rilievo internazionale e non, dal G8 di Camp David alle ultime sulla crisi della Grecia, dall’Imu ai ballottaggi, dal caso Orlandi alla Fiat Mirafiori.
Ma che quotidiani «neutri», come La
Stampa e Il Messaggero, abbiano deciso comunque di dedicare un grande titolo e una mezza pagina di cinque colonne alla decisione della Cassazione sull’assoluzione di Berlusconi per il caso Mediatrade, taglia la testa al toro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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