Stelle cadenti. La galassia di Beppe Grillo sta implodendo senza fare nemmeno troppo rumore. Tutto è in discussione. La veemenza dei post pubblicati sul blog, la linea politica, le alleanze. I cittadini eletti in parlamento hanno iniziato la rivolta contro lo strapotere del comico genovese e dello fidatissimo Claudio Messora. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato, infatti, l'ultimo post del responsabile dello staff comunicazione a Palazzo Madama. "È assurdo che una persona stipendiata dal gruppo si permetta di scrivere certe cose", ha tuonato il senatore Luis Alberto Orellana scatenando l'ira del comico genovese che sul blog è subito passato alle minacce. "Chi vuole guardarsi l’ombelico si tiri fuori - ha avvertito - il M5S non è il suo ambiente".
Dopo due settimane di fuoco, durante le quali si è infiammato uno scontro tra l'ala più dialogante e il fronte più integralista, i nodi vengono al pettine. Lo scontro esce, insomma, dai social network e non può più essere confinato nei retroscena agostani. Nel mirino dei pentastellati finiscono l'aggressività (verbale e scritta) di Grillo, l'acuirsi della distanza tra il leader e i gruppi parlamentari, i problemi legati al controllo totalitario di Messora sulla comunicazione interna ed esterna del movimento e, dulcis in fundo, l'esigenza di far chiarezza sugli obiettivi politici di M5S, sapere chi "determina la linea politica nel medio e lungo periodo". Sono sono alcuni dei problemi messi sul tavolo e comunicati in diretta streaming dai senatori stellati che ieri si sono riuniti a Palazzo Madama dopo la pausa estiva. Qui è nata l'idea di mettere nero su bianco le problematiche da far fuori. Ma è sul ruolo di Messora che alcuni grillini non sono più disposti a cedere. Se la frattura si è aperta ieri, è sicuramente destinata a incancrenirsi nei prossimi giorni. "Vogliamo conoscere il ruolo della comunicazione...", ha sbottato Enza Blundo puntando il dito contro "la mancata riflessione sui gesti del passato".
Le barricate dei grillini sono permanenti. Durante il vertice di ieri i problemi non sono stati risolti. Tanto che questa mattina i senatori hanno sentito l'esigenza di riunire un'altra assemblea. Agli stellati proprio non vanno giù l'attacco di Messora e il silenzio di Grillo. "Nessuno giochi al piccolo onorevole. Nessuno pensi a nuovi compromessi storici - aveva scritto a fine agosto il responsabile della comunicazione al Senato - qui si governa o si muore". Una presa di posizione forte che non è andata giù a molti. Ma le accuse di Orellana non hanno fatto altro che accendere gli animi dei sostenitori di Messora. "Chi non si riconosce più in quelli che sono obiettivi chiari del movimento - ha commentato Paola Taverna - può sempre andare a fare politica altrove". Una minaccia che ricorda le prime espulsioni e che Grillo ha subito fatto propria in un post al vetriolo.
Anche a fronte della durissima presa di posizione del comico, l’assemblea che nel pomeriggio ha radunato a Montecitorio deputati e senatori non è stata trasmessa in streaming. A deciderlo è stata la stessa assemblea dei parlamentari votando contro la diretta e la trasparenza tanto decantata in campagna elettorale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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