Il sesso minorenne fa diventare ciechi soltanto i genitori

Ipocrita indignarsi per le baby prostitute della Roma bene. Il nuovo lolitismo è figlio più di famiglie distratte che del web

Il sesso minorenne fa diventare ciechi soltanto i genitori

Ogni tanto scopriamo che esistono gli adolescenti e che sono diversi dagli adulti. Se poi c'entra il sesso mercificato la sorpresa diventa meraviglia nera: dire «baby prostitute» smuove un immaginario terribile e morboso. E stavolta tocca a Roma. La storia è nota. Una madre esasperata dal comportamento della figlia 14enne, inspiegabilmente «paccata» – si dice così a Roma – di soldi, si rivolge ai Carabinieri. E così, in zona Parioli, nella Roma bene dell'Aniene, dei viali benestanti, di piazza Euclide e di qualche scandaletto alla Lande, scopriamo che in un appartamento due ragazzine si prostituiscono, addirittura complice una madre (quella dell'altra, una barista del Prenestino). E apprendiamo che su Internet c'è un giro fitto di prostituzione da appartamento: in mezzo a questa bacheca virtuale, le due bambine cresciute in fretta andavano con vecchi e meno vecchi per comprarsi borse griffate e girare locali alla moda.
Si occupino le forze dell'ordine a concludere le indagini e punire i colpevoli dello sfruttamento di due ragazzine troppo giovani per discernere il bene dal male. Certo è che fingere sorpresa è operazione ipocrita. Gli ingredienti per l'indignazione facile ci sono tutti: la giovane età, una madre coinvolta, il quartiere ricco, il giro di gente danarosa che promette viaggi in barca, vezzeggiativi osceni che viaggiano per sms, lo squallore coperto dagli euro e dai privé nei posti à la page. Tutto brutto, bruttissimo, orrendo. Solo che, a parte la notizia in sé e la localizzazione di un letto sporco di sesso fuori età, non c'è nulla di nuovo nella storia, nemmeno a Roma. Lo testimoniano tante inchieste degli anni passati, o libri come Ho dodici anni, faccio la cubista, mi chiamano principessa, un'inchiesta addirittura sui ragazzini delle medie che Marida Lombardo Pijola svolse partendo dalle chat e dal mondo di Internet. La stessa fantasia ha viaggiato in questa direzione e nelle zone in cui si è consumato lo «scandalo». Riguardatevi la facilità con cui le protagoniste di Piazza Giochi (per i non romani, si tratta di Piazza Giochi Delfici, ritrovo di uno spicchio di Roma Nord) di Marco Costa infilano filotti di sesso, alcol e pasticche. E poi arrivano gli scrittori: tra i locali di un quartiere limitrofo ai Parioli, il Trieste, Alberto Gentili ambienta il suo Come doveva finire, una storia che si svolge attorno alle foto di una ragazzina senza contenute in un cellulare, e buttafuori, locali, ricatti, storiacce e pettegolezzi scolastici a fare da contorno. Cosa cambia rispetto a quello accaduto fino a pochi giorni fa ai Parioli? Poco o nulla. E ci vuol poco a ricordare le inchieste dedicate alle ragazzine che, nelle piazze più frequentate dai giovani, scambiavano veloci prestazioni sessuali per una ricarica, la stessa «ricarica» che una delle due minorenni chiede a uno dei suoi clienti.
E allora, tanto per cambiare, il problema va ribaltato e magari posto in primis ai genitori degli adolescenti di oggi, di questi deboli Narcisi che negli oggetti cercano la conferma della propria personalità: ma li conoscete i vostri figli? Ma sapete che rapporto hanno con il sesso, oppure no, oppure non sapete con quale velocità passano nel letto dalla compagnia dell'orsacchiotto a quella di un corpo? Oggi gli adolescenti, questa è la verità, hanno con il sesso un rapporto puramente meccanico e funzionale. L'overdose di sesso su Internet – che entra in chat ed esce sui siti porno più cliccati – ha distrutto la fantasia, condizione indispensabile dell'iniziazione graduale e serena alla sessualità, e ridotto i rapporti di coppia a un menù praticamente illimitato di pratiche del piacere immediato, confuso, dove i quattordicenni non si negano performance che fanno ancora arrossire un quarantenne, uno della mia generazione.

È sufficiente chiedere ai ragazzi di oggi, captare i loro discorsi al bar, in particolare quelli delle ragazzine, dimostrazione che davvero oggi la donna, la «lolitina» degli sms dell'ultimo maiale di turno, è diventato «sesso forte» e ha raggiunto rispetto al maschio in pubertà non la parità, ma la supremazia. Cari genitori, sveglia. Poi, per indignarsi c'è sempre tempo.

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