Sicurezza, Veltroni pecca di miopia

Ci sarebbe da esultare per la seppur tardiva presa di (auto)coscienza, affidata dal mondo progressista al suo più curiale predicatore. E, invece, a prevalere è tristemente la diffidenza

Sicurezza, Veltroni pecca di miopia
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E quindi «sbaglia la sinistra a pensare che il problema della sicurezza dei cittadini non sia una priorità, non la riguardi», diceva ieri Walter Veltroni (nella foto) nella prima pagina del Corriere della Sera. Ci sarebbe da esultare per la seppur tardiva presa di (auto)coscienza, affidata dal mondo progressista al suo più curiale (anche se forse non il più ascoltato) predicatore. E, invece, a prevalere è tristemente la diffidenza, di fronte alla consapevolezza di essere solo di fronte alla solita bolla di sapone, pronta a scoppiare al primo soffio di vento. Quell'esercizio retorico nel quale periodicamente intellettuali e politici di sinistra si cimentano di fronte ai fatti più gravi, come in questo caso la «violenza sessuale di gruppo» in piazza Duomo a Capodanno sulla quale la Procura di Milano finalmente indaga dopo la denuncia di sei ventenni belgi. Un orrore, anche perché l'esatta replica di quanto successo due anni fa, a cui si aggiunge il timore che l'identica cosa possa capitare tra un anno. E magari sempre più spesso in simili occasioni, visto il moltiplicarsi di questi gruppi, se non gang, di predatori nordafricani nella Milano del centrosinistra del sindaco Beppe Sala. Ecco, in tutto il sermone veltroniano, parole come nordafricani, immigrati, extracomunitari, stranieri, irregolari non compaiono. C'è un timido accenno alla società multietnica che viene definita non solo una necessità, ma una «opportunità», senza ovviamente spiegare come ci possa essere integrazione di chi concepisce la sua presenza in un Paese straniero come sottomissione. Così come è inutile citare la criminalità italiana fatta di spacciatori e mafiosi, perché qui di altro si parla. Di gente che inneggia ad Allah sotto il Duomo, insulta l'Italia e i poliziotti, senza avere nessuna intenzione di far parte del tessuto sociale che, suo malgrado, li ospita.

E allora sono sterili le accuse di Veltroni ai politici di centrodestra che sbaglierebbero «identificando propagandisticamente la violenza con l'immigrazione», perché la sinistra deve finalmente capire che gli abusi sono di chi li fa subire alle sue vittime e non di chi li denuncia. Altrimenti i ravvedimenti sono solo parole. Ancora una volta.

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