Il siluro Bundesbank: "Renzi? Solo annunci". E il Ppe non ci fa sconti

Dalla Bce mille miliardi per le famiglie, ma il governatore tedesco: "Il premier italiano vuol spendere senza riforme"

Il siluro Bundesbank: "Renzi? Solo annunci". E il Ppe non ci fa sconti

Mille miliardi di euro. Quasi due milioni di miliardi di lire. E' quanto mario draghi mette sul piatto per far «cambiare verso» all'economia europea; e contribuire ad innescare la crescita. Il trilione è il pezzo forte del programma «ltro» (acronimo inglese che sta per «operazioni di rifinanziamento a lungo termine»), il cui obbiettivo è di far arrivare flussi finanziari a famiglie ed imprese. con un particolare. il programma prevede che i soldi vengano comunque fatti transitare dalle banche. ma - sottolinea il presidente della bce - «se le banche non dimostreranno di aver prestato i soldi, dovranno restituirli». Ed a proposito degli istituti di credito, il presidente della bce non «esclude che ci sia bisogno di fusioni, acquisizioni e chiusure».

Draghi non entra nella polemica sulla necessità di introdurre maggiore flessibilità nei trattati. Ma il documento programmatico per il 2014-2019 del Ppe rivolto alla prossima Commissione Ue afferma: «Non deve esserci nessun cambiamento o concessione motivata da ragioni politiche alle regole del Patto di stabilità e della governance economica». Nel documento si chiede di istituire un super commissario agli affari economici che sia anche presidente dell'Eurogruppo. E Simona Bonafè fa capire che i socialisti dell'Europarlamento non hanno ancora deciso se votare Juncker alla presidenza della Commissione (voto che si celeba il 15 luglio). «Vedremo quel che ci dirà in materia di flessibilità», spiega l'eurodeputata. Intanto nella polemica interviene il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che sferza Matteo Renzi: «Dice che la fotografia dell'Europa è il volto della noia e ci dice cosa dobbiamo fare...». E rincara: «Più debiti non portano la crescita e le riforme non devono essere solo annunciate ma anche realizzate. I tassi sui titoli di Stato italiani e spagnoli non sono mai stati così bassi. C'è da temere che non vengano usati le riforme ma per finanziare altre spese». Se non bastasse, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble avverte: «Rifiuto il tema della flessibilità». In serata la replica di Palazzo Chigi: «Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato Paese. Sicuramente ha sbagliato governo».

Tornando alle banche, il programma di Draghi debutterà il 18 settembre. In quell'occasione, e poi l'11 dicembre, la Bce renderà disponibili 400 miliardi. «Ulteriori importi (fino ai mille miliardi) potranno essere presi in prestito in funzione delle attività di impiego degli istituti di credito». Vale a dire che se le attività produttive assorbiranno le prime due tranche, la Bce stamperà altra moneta. Il vero problema è la bassa inflazione. Così, precisa che se questa offerta di massa monetaria «dovesse cambiare la nostra valutazione sull'inflazione, useremmo il programma di acquisti su larga scala». E scatterebbe l'altro programma della Bce (quantitave easing), con l'acquisto di titoli di Stato. Una cosa è certa. «Il nostro lavoro non è finito».

E conferma che «il Consiglio Bce è unanime nell'impegno a usare misure non convenzionali nel limite del suo mandato se dovesse rendersi necessario per risolvere i rischi della bassa inflazione». Di fronte alle mosse della Bce, i Paesi dell'Eurozona - ricorda Draghi - non devono allentare gli sforzi di aggiustamento dei bilanci e devono avviare «un consolidamento dei conti». Obbiettivo: abbattere il debito.

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