
Dopo il ciclone Olly, la comunità di Genova rischiava seriamente di essere rappresentata e funestata, nel giro di pochissimo tempo, da un altro tipo di inaspettata "calamità": non più musicale, bensì istituzionale. Dopo settimane intense di trattative e di caos interno, il centrosinistra ha infatti raggiunto l'intesa per annunciare ufficialmente la candidata unitaria a sindaco del capoluogo ligure: una donna che porta il cognome di Salis. Alla lettura di quella parola un lungo brivido ha attraversato la schiena dei residenti genovesi, i quali stavano per contattare i migliori fabbri in circolazione per rinforzare e sigillare le porte d'ingresso delle loro case di proprietà, temendo un cambio di linea totale sulle politiche abitative, con possibilità - per legge - di occupare in maniera discrezionale le dimore private altrui. Poi, dopo qualche secondo, ecco la precisazione sul nome di battesimo: non la parlamentare europea eletta con Avs Ilaria, bensì la dirigente sportiva Silvia.
Il "simpatico" equivoco, tuttavia, potrebbe restare in sospeso per tutti i prossimi mesi di campagna elettorale e - volendo - anche sfruttato in maniera ironica dagli esponenti locali avversari, a cui basterà indicare su un semplice striscione propagandistico o card sui social network la frase "Votateci, altrimenti vincerà la Salis" per potere conquistare qualche voto importante a loro favore nel testa a testa tra le forze progressiste e il neocandidato del centrodestra Pietro Piciocchi, già numero due di Marco Bucci a Palazzo Tursi e attualmente primo cittadino reggente, sostenuto da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e partiti centristi. E dire che sulla Salis (Silvia, per carità) hanno confluito non solo Alleanza Verdi-Sinistra (di cui fa parte l'omonima Ilaria) ma anche Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e - udite udite - anche Italia Viva di Matteo Renzi, ormai sempre più abbracciato ai suoi nemici storici Conte e Fratoianni nella sua nuova veste di convinto anti-meloniano duro e puro.
Classe 1985, Silvia Salis è attualmente vicepresidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI). Ha un trascorso da campionessa di lancio del martello (ma senza falce) e ha partecipato in questo ruolo a due Olimpiadi (Tokyo 2008 e Londra 2012) e ha vinto dieci titoli italiani. Dopo il ritiro forzato per infortunio nel 2016 è passata al ruolo di dirigente sportiva: dapprima della squadra per la quale gareggiava, le Fiamme Azzurre, per poi essere eletta nel Consiglio Federale della FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera), prima del suo impegno istituzionale nel Coni. Nel 2023 l'attuale presidente della Liguria, l'ha nominata "ambasciatrice di Genova nel mondo". Proprio negli scorsi giorni lo stesso Bucci aveva commentato la possibilità che Salis fosse candidata a sindaca per il centrosinistra: "Abbiamo fatto un sacco di cose assieme e penso che abbiamo anche un sacco di fotografie assieme.
Quindi le useranno in campagna elettorale". Oltre che a ricamare sul gioco di parole sul cognome. In ogni caso un elemento, piaccia o non piaccia, è indiscutibile: per rilanciarsi nella ex roccaforte rossa, il Pd ha scelto di ripartire da Salis.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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