
Ilaria Salis, nonostante il lauto stipendio come parlamentare europeo, continua a confondere la militanza nei centri sociali con la politica. Un errore compensibile che non è nemmeno da imputare a lei, che nel febbraio 2023 è finita in carcere a Budapest da militante antifascista e a giugno 2024 ne è uscita parlamentare, senza avere un minimo di esperienza e di concezione su cosa implichi quel ruolo. Questa confusione si riflette nelle sue azioni, come il post pubblicato su Facebook per pubblicizzare la sua presenza a un incontro organizzato dalla rete Mai più lager - NO ai CPR a Milano, dove muove un'accusa ben precisa di omicidio in merito alla morte di Ramy Elgaml.
"Sono particolarmente felice di essere al fianco dei coraggiosi familiari di Moussa Balde nella lotta contro i Cpr, un abominio prima di tutto umano, e poi giuridico: veri e propri campi di internamento per persone innocenti. Incontrare Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana in fuga dal regime, ingiustamente incarcerata nell’ambito della guerra contro i migranti condotta dal governo Meloni e dall’Unione Europea", scrive Salis. Questa parte può anche essere trascurabile, perché sono concetti che l'europarlamentare porta avanti da tempo. L'unico appunto che le si può fare è sottolineare che chi finisce nei Cpr non è innocente perché almeno un reato, e spesso non solo quello, lo ha commesso: entrare in un Paese senza documenti e senza effettuare i controlli di legge. Che lei non riconosca i confini è un conto, che sostenga non sia reato violarli un altro, soprattutto dalla sua posizione di rappresentante delle istituzioni.
Tuttavia, è un altro passaggio quello che fa riflettere, perché Salis si dice felice di "essere nel quartiere Corvetto, di cui troppi hanno parlato a sproposito dopo l’omicidio di Ramy e le giuste proteste, offrendo una rappresentazione caricaturale e criminalizzante delle periferie". L'europarlamentare parla di omicidio ma non esplicita l'autore di tale reato: se c'è un omicidio c'è un omicida. È forse chi guidava lo scooter, che è scappato dal posto di blocco e ha dato il via a un inseguimento a folle velocità per le strade di Milano fino allo schianto finale? O sono forse i carabinieri che facevano il loro dovere e sono stati costretti a rischiare anche la propria vita per fermare uno scooter a bordo del quale poteva esserci chiunque? Parla anche di giuste proteste e forse si riferisce a quando il quartiere è stato messo a ferro e fuoco con danni ingenti e attacchi alle forze dell'ordine. Quelle stesse proteste che sono state condannate anche dal parte di Ramy, da lei vengono ritenute "giuste".
La rappresentazione di cui parla Salis viene offerta ogni giorno da chi quelle periferie le rende insicure e violente, non da chi racconta quanto accade. Sono differenze importanti che non possono essere appiattite, perché un conto è la militanza e un altro è la politica nel mondo degli adulti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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