Sindacalista denuncia aggressione fascista, la procura lo indaga: "Simulazione di reato"

L'esponente del sindacato Fillea Cgil di Genova ha ritirato la denuncia: per gli inquirenti non c'è stata aggressione fascista. Troppe incongruenze nel suo racconto

Immagine di repertorio
Immagine di repertorio
00:00 00:00

È avvolta nel mistero la presunta aggressione subita dal sindacalista della Fillea Cgil di Genova, che ha denunciato di essere stato picchiato, insultati e preso a sputi da "fantomatici" fascisti lo scorso 15 aprile. Ma quella denuncia, poco dopo, è stata ritirata perché, secondo il sindacato, la presunta vittima è stata sottoposta a una "forte pressione emotiva". Il caso aveva fatto parecchio clamore in Liguria e a Genova, dove si era gridato al ritorno del fascismo, allo squadrismo e al pericolo democratico. Ma quando il sindacalista è stato ascoltato in procura, seguendo il normale iter delle indagini, la sua versione non ha convinto gli inquirenti. C'erano discrepanze nel racconto, incongruenze che hanno sollevato più di qualche dubbio.

E, infatti, come rivela oggi il Secolo XIX, il sindacalista sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per simulazione di reato. È stato il sostituto procuratore Federico Manotti a contestargli il capo di imputazione quando è stato convocato in procura per esporre la propria versione dei fatti. "Uno mi ha urlato 'comunista di merda', facendo il saluto romano; l'altro mi ha tirato un pugno, mi ha spintonato e mi ha copito. E poi sputi", avrebbe detto il sindacalista, cristallizzando il racconto nella denuncia. Sul caso, vista la gravità delle accuse, ha lavorato anche la Digos, che però non ha trovato riscontri alle parole del sindacalista. La stampa locale riferisce che il sindacalista ha dichiarato di essere uscito di casa alle 7.15 ma alcune telecamere posizionate nella zona l'hanno ripreso mentre usciva con la famiglia alle 7.45. E non vi sarebbero stati riscontri nemmeno sull'aggressione subita mentre, come avrebbe detto, stava posizionando degli adesivi sul quesito referendario sull'auto del sindacato. Esclusa la matrice fascista, gli investigatori sono impegnati a capire se l'aggressione c'è stata davvero (esiste un referto del pronto soccorso) o se nemmeno quello sia vera.

La Cgil aveva espresso preoccupazione per la fuoriuscita di notizie in merito alla notizia presentata dal proprio sindacalista. Ma tant'è, quando è stata resa nota la denuncia per la presunta aggressione, a Sestri Ponente è stata convocata una manifestazione antifascista, alla quale hanno partecipato il candidato sindaco di Genova, Silvia Salis, l'ex ministro Andrea Orlando, oggi consigliere regionale dopo la sconfitta alle elezioni per la presidenza del Consiglio regionale. Hanno presenziato gli esponenti dell'Anpi e perfino Sergio Cofferati.

Ma si sono mossi anche gli esponenti dell'ala antagonista ed estremista di sinistra, come hanno rivelato alcuni confidenti alle forze dell'ordine. Il pericolo supposto da parte degli investigatori è che potessero innescarsi una serie di ritorsioni che davano vita a una spirale di violenza, motivo per il quale sono state accelerate le indagini.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica